Lo Stato in aiuto dei disoccupati
pensionati tito boeri

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Sembra un’utopia ma con la doppia manovra sulla previdenza complementare i fondi possono diventare sempre più strumenti d’aiuto per i lavoratori che restano disoccupati. La legge sulla concorrenza approvata in via definitiva dal Senato mercoledì, prevede due misure che possono essere lette come complementari. D’ora in poi i contratti e gli accordi collettivi possono stabilire una percentuale minima di Tfr da destinare a previdenza complementare. Da sottolineare il fatto che in assenza di questa percentuale il conferimento si intende totale. Un altro intervento previsto dalla legge sulla concorrenza riguarda l’anticipo della rendita a tutti i disoccupati che sono rimasti senza lavoro da almeno 24 mesi. La richiesta di pagamento può avvenire cinque anni prima dei termini ordinari per la pensione obbligatoria. La rendita si intende temporanea e per quanto riguarda l’aliquota di tassazione potrebbe essere del 15% con lo sconto per chi vanta un’anzianità superiore a 15 anni (decisione ancora non ufficiale ma in via definitiva). Con questo nuovo quadro si cerca di incentivare l’adesione e di accrescere il monte contributivo. Le novità portate in atto sono tante: anticipo più lungo, tutte le forme pensionistiche complementari possono prevedere di erogare le prestazioni pensionistiche fino a 10 anni prima della normale maturazione dei requisiti per la normale età pensionabile, Tfr anche parziale, vale a dire una percentuale minima può essere destinata alla previdenza sociale, invalidità e riscatto, le forme pensionistiche complementari possono essere estese fino ai 10 anni, mentre prima ci si limitava al quinquennio precedente alla pensione, imposte e riscatto, se vengono a mancare i requisiti per la partecipazione alla previdenza complementare, il riscatto della posizione è comunque possibile sia nelle forme collettive che in quelle individuali, ma sugli importi si applica l’aliquota del 23% a titolo di imposta, riforma del settore, verrà previsto un processo di riforma del settore per aumentare la sua efficienza, ma anche per favorire l’educazione finanziaria e previdenziale. L’intervento dovrà avvenire secondo alcune linee guida: revisione dei requisiti per l’esercizio dell’attività dei fondi pensione, determinazione di soglie patrimoniali di rilevanza minima, procedure di aggregazione e riduzione dei costi di gestione e dei rischi.

Si parla di un sistema flessibile perché per gli accordi collettivi o aziendali si può prevedere il versamento anche di una sola quota del Tfr maturando.

In Italia si parla anche di contribuzione definita perché per i dipendenti possono essere costituiti solo fondi a contribuzione definita a capitalizzazione individuale. Al pensionamento il fondo pensione eroga un servizio, detta in termini tecnici “prestazione”, equivalente al totale dei contributi rivalutati in base ai risultati degli investimenti attuati dal Fondo.

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