Lo strano caso delle colonnine di ricarica per le auto elettriche
colonnine ricarica

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I veicoli elettrici sono presenti in Italia dal 2012. La comunità Europea nel 2001 ha indetto un bando per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici, a tale bando potevano partecipare esclusivamente le società distributrici di Energia Elettrica. Le società distributrici in Italia sono 5, ma è bene partire dal presupposto che la definizione di distributrice di energia elettrica vuol dire che queste società producono energia elettrica: tutte queste società hanno una piccola produzione di energia elettrica ma effettivamente per quanti clienti detengono il loro fabbisogno di produzione di energia elettrica non copre la quantità di energia che viene erogata alla loro clientela. Infatti, tutte queste società comprano energia elettrica sul libero mercato nella borsa elettrica gestita da Terna in Italia, continuando a beneficiare di finanziamenti e contributi costruiti ad hoc per le società distributrici di energia elettrica.

Le colonnine di ricarica oggi sono presenti in quasi tutte le Regioni d’Italia e sono gestite ognuna da un distributore di energia che ha installato le colonnine sul suolo pubblico: queste colonnine per essere installate dalle società hanno goduto di fondi e finanziamenti della Comunità Europea, quindi soldi della intera collettività Europea. Il punto sta nel fatto che ogni colonnina viene gestita da un distributore di energia elettrica differente da Regione a Regione, in pratica, se io con il mio veicolo mi voglio muovere dalla Lombardia all’Emilia Romagna, mi devo premunire di un Abbonamento A2A e un Abbonamento Hera e Enel in pratica devo attivare diversi abbonamenti per avere la libertà di potermi muovere sul territorio, una vera e propria assurdità! A maggior ragione dal momento che l’Autorità per l’Energia Elettrica dice che le colonnine, per essere installate su suolo pubblico, devono essere interoperabili, quindi con la possibilità di poter ricevere qualsiasi abbonamento per l’accesso alle colonnine di ricarica.

L’attuale conformazione delle colonnine non porta uno sviluppo alla mobilità elettrica, anzi crea dei meccanismi estremamente limitativi, che arginano lo sviluppo in tal senso.

Inoltre, in molti ci segnalano che le primissime colonnine che sono state installate nelle principali città italiane grazie al bando della comunità Europea del 2001 non comunicano con i veicoli elettrici, e quindi non ricaricano il veicolo: un fatto inaccettabile.

È ora che gli Enti Locali e le istituzioni competenti prestino la dovuta attenzione a questo problema. Non ha alcun senso continuare a dibattere di ambiente e salvaguardia del clima, senza poi mettere a disposizione dei cittadini gli strumenti concreti necessari a ridurre l’impatto ambientale. Sarà nostra cura affrontare il problema sia con l’Autorità per l’Energia che con il Ministero dei Trasporti ed il Ministero dell’Ambiente.

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