Mario Draghi ha ribadito la necessità di assicurare la stabilità di prezzi come dogma fondamentale del suo mandato
Mario Draghi difende il Quantitative Easing

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‘Il nostro compito – ha dichiarato il governatore Bce – non è quello di difendere i rendimenti dei titoli di stato dei paesi periferici, ma quello di assicurare la stabilità dei prezzi, per arrivare al target inflazionario della Bce, di poco inferiore al 2%’.

Draghi ha anche aggiunto che è ancora prematuro sapere quale possa essere l’effetto di una modifica dei tassi di interesse sui rendimenti dei bond dei paesi periferici. Il governatore della Bce ha anche ritenuto prematuro parlare di quanto potrebbe essere deciso nel prossimo meeting della Bce, in calendario nel mese di ottobre. Draghi nell’ultimo meeting di settembre, aveva già preannunciato, che nel meeting di ottobre la Bce avrebbe preannunciato modifiche al piano di Quantitative easing.

Sale l’attesa degli operatori, che si chiedono quando il programma di acquisto di bond sovrani e di corporate bond dell’Eurozona inizierà a essere ridotto. Con i suoi acquisti di titoli di stato, il QE ha indubbiamente zavorrato i rendimenti, che sono rimasti sotto controllo dopo la crisi esplosa circa cinque anni fa. Nel caso dell’Italia, si parla tuttora di uno scudo sui BTP riferendosi al piano di Quantitative easing, in quanto i bond italiani – come quelli di altri paesi – sono stati in questo modo protetti da eventuali attacchi speculativi. Di conseguenza si teme un ritiro, seppur graduale, di tali misure, sul mercato dei BTP e, in generale, dei titoli sovrani dei paesi che fanno fronte ad elevati livelli del debito.
Oggi, come conseguenza diretta dell’incertezza provocata dall’esito delle elezioni in Germania, lo spread BTP-Bund a 10 anni rialza la testa in modo sostenuto, salendo di oltre +2%, oltre i 175 punti base, a fronte di tassi decennali sui BTP che balzano al 2,17%. L’avversione al rischio porta gli investitori a rifugiarsi nei Bund tedeschi, come sovente accade in queste circostanze.

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