Rapporto ABI 2016 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria
credito al credito Salone dei pagamenti

Ancora nessun commento

Il Rapporto ABI fornisce un quadro della posizione competitiva del settore bancario italiano, attraverso l’esame di numerose informazioni sulle risorse umane, sulla loro gestione e sul costo del personale.

Gli ultimi mesi del 2016 fanno registrare elementi favorevoli di ritorno alla crescita: tra questi gli immediati positivi effetti del quantitative easing della Bce. In Italia va considerato che l’innovazione tecnologica, i nuovi modi di fare banca e la spinta iper regolatoria della UE hanno richiesto, e richiederanno in futuro, riorganizzazioni aziendali e interventi strutturali. Ciò di fronte a profondi cambiamenti nelle relazioni con il cliente, con il potenziamento di canali innovativi che utilizzano le nuove tecnologie e riducono il numero degli sportelli fisici. In questa cornice, le banche hanno effettuato sforzi straordinari, senza ricorrere a fondi pubblici, con grandi accantonamenti a fronte dei costi della crisi e con aumenti di capitale, in attesa che un’adeguata redditività bancaria favorisca circuiti virtuosi.

Il Rapporto ABI evidenzia che la stabilità del posto di lavoro nel settore del credito italiano si conferma valore fondamentale, con un’incidenza del 99% dei contratti a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti. Nonostante la lunga scia della crisi e gli scenari organizzativi e prospettici, il settore ha contenuto la contrazione degli organici nel biennio 2014-2015. Tra le principali caratteristiche del personale bancario, anche la qualità professionale in costante crescita (con il 37,8% di laureati) e il continuo aumento del personale femminile (45% sul totale dei dipendenti).

Il Rapporto analizza inoltre il posizionamento delle banche italiane in Europa, dove continuano a sussistere squilibri sul lato dei costi che penalizzano la competitività. In questo senso, focalizzando la visuale sui gruppi bancari a prevalente vocazione nazionale, emerge che il costo del lavoro unitario, pari ad oltre 73 mila euro a fine 2015, si presenta in calo rispetto al 2014 ma ancora superiore alla media europea, pari a circa 68 mila euro. Anche il rapporto fra costo del personale e margine di intermediazione mostra un divario tra i gruppi bancari italiani e la media europea,  pari a oltre 6 punti percentuali (35,2% contro 29% medio europeo). Ancora più significativo è il gap con i concorrenti, per il rapporto fra costi operativi e margine di intermediazione: le banche  italiane, infatti, con un  indice del  67%  superano di 9 punti la media europea del 58%.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI