2013, aumentano i tassi di interesse per il credito alle imprese e alle famiglie

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E’ sempre più stretta la morsa del credito per famiglie e imprese. Uscire dalla recessione risulta sempre più difficile e i risultati dell’ultima campagna elettorale non hanno di certo giovato all’economia del paese.

Per quanto riguarda i crediti concessi alle imprese nel 2012, infatti, si è verificato un continuo aumento dei tassi d’interesse, mentre ad inizio 2013 si è constatata una netta controtendenza con una diminuzione dal 1,24% al 1,20, che però non ha interessato i tassi di prestito, in aumento rispetto al mese precedente.

L’aumento dei tassi di interesse, inoltre, che ha assorbito il rialzo dell’Irs, va di pari passo con la diminuzione del gettito, -2.5% a fine 2012. La stretta del credito da parte della banche è passata dal 2.5% di fine 2012 al 3.3 %.

A gravare su grandi e medie imprese, inoltre, sono i crediti, stimati tra i 75 e i 95 miliardi di euro, che vanta nei loro confronti la Pubblica Amministrazione. Oltre che sperare nello sblocco dei fondi e nel pagamento dei debiti, le imprese italiane potrebbero orientarsi verso il mercato obbligazionario: che le aiuterebbe a vendere il proprio debito e, grazie alla liquidità acquistata,ad  investire in produttività.

Non va meglio alla famiglie italiane: il tasso interesse sui mutui per la prima casa è pari al 3.75%. L’aumento che è stata affiancato da quello del tasso di respingimento delle domande di mutui: dal 22,7% al 25,9%.

In base al rapporto mensile dell’Abi solo con l’ipotizzato ribasso del PIL, dal -0.9% al -0.4%, sarà possibile diminuire i tassi di interesse, almeno per le imprese. Con la diminuzione del PIL, inoltre, sempre secondo Abi, sarà possibile una revisione anche dei tassi di rendimento dei conti deposito e delle obbligazioni bancarie.

A minare la credibilità non solo dell’Italia con l’Europa, ma soprattutto dei principali organi di Governo agli occhi dei cittadini, è stata la convergenza di congiuntura economica e un quadro politico poco lusinghiero.

In un articolo sul Sole24ore, Alberto Quadrio Curzio, dopo aver analizzato il quadro economico,  politico e sociale, sia italiano che europeo, prospetta, fra le possibili soluzioni da attuare, l’utilizzo del: “fondo Esm, una grande innovazione da potenziare per emettere in futuro EuroUnionBond, per la messa in sicurezza dei debiti pubblici e per finanziare gli investimenti”.

Sempre secondo Quadrio Curzio, infine, sarebbe preferibile alla decurtazione, orientare il bilancio europeo su tecnoscienza e innovazione.

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