Rivoluzione in Fincantieri
Pierroberto Folgiero che lo scorso maggio ha assunto la carica di amministratore delegato di Fincantieri rivede l’organico, dà mandato ai cacciatori di teste per rafforzare la squadra, ridefinisce il perimetro per concentrarsi sulle attività principali e cambia anche gli standard di bilancio in vista di una profonda ristrutturazione.
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Pierroberto Folgiero che lo scorso maggio ha assunto la carica di amministratore delegato di Fincantieri rivede l’organico, dà mandato ai cacciatori di teste per rafforzare la squadra, ridefinisce il perimetro per concentrarsi sulle attività principali e cambia anche gli standard di bilancio in vista di una profonda ristrutturazione.

Il primo a fare le valige nell’era Folgiero è stato il capo del personale Carlo Cremona, anche in vista di un imminente revisione della squadra, poi è stata la volta del direttore generale Fabio Gallia, ora sarebbe in uscita Laura Martini, responsabile del business development e advisor del ceo, una funzione creata dalla precedente gestione di Giuseppe Bono, che è già stata eliminata.

Per una parte della selezione dei candidati Fincantieri ha dato mandato a Key2people, ma anche Korn Ferry potrebbe ricevere presto un incarico. Fonti finanziarie riferiscono poi che l’ad starebbe vagliando alcune candidature, per nuovi possibili innesti nella direzione finanza, nel legale e nelle relazioni istituzionali. A questo proposito sarebbe stato sondato Fausto Recchia, attuale ad di Difesa Servizi spa, manager molto stimato negli ambienti istituzionali.

Nel corso del semestre Folgiero – che ha firmato il suo primo documento di bilancio – ha anche riformato la contabilità, aderendo ai criteri Esma e inserendo nel calcolo della posizione finanziaria netta i costi di costruzione (1.396 milioni tra gennaio e giugno) e evidenziando i crediti dei factoring (altri 659 milioni), che per certi versi sono assimilabili alle passività. Morale, la posizione finanziaria netta a fine giugno è lievitata a 3.296 milioni di debiti netti (dai 2.238 dello scorso dicembre) e a fine 2022 dovrebbe ridursi leggermente grazie alle nuove consegne di navi in programma. Di contro le perdite del semestre di 234 milioni, in parte legate a delle rettifiche, hanno ridotto il patrimonio netto di gruppo a 649 milioni. Nel secondo semestre sono attese nuove e pesanti rettifiche di bilancio sia sulla controllata Vard sia su Fincantieri Marine Group, che nel primo semestre sono state fatte parzialmente, per tenere conto dell’aumento dei tassi d’interesse.

Se quindi i conti 2022 di Fincantieri rischiano di tingersi di rosso, la Spa ha però un patrimonio netto robusto, pari a circa 1,6 miliardi, capace di sopportare nuove e importanti svalutazioni. In vista del piano industriale che sarà annunciato a novembre, oltre alla nuova squadra, Folgiero illustrerà al mercato una semplificazione della struttura per rafforzarsi nelle navi da crociera e nel militare. L’idea è di integrare i sistemi di combattimento e l’elettronica della difesa, lavorando insieme con Leonardo, e valorizzare la divisione delle grandi opere. In proposito, c’è chi scommette che la divisione potrebbe essere ceduta (o conferita) a WeBuild, con cui Fincantieri ha realizzato il nuovo Ponte Morandi.

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