A San Marino la gran parte delle imprese dichiara di non produrre reddito.
Le imprese senza dipendenti sono diminuite di 267 unità (-6%) in 7 anni. Nello stesso periodo le licenze individuali e/o libero professionali sono scese di 185 unità, verosimilmente perché i titolari hanno creato una società. In tal caso, imprenditore e lavoratore subordinato sono la stessa persona. Quanto alle imprese con pochi dipendenti (da 1 a 9) sono passate da 2.031 nel 2016 a 2.289 nel 2023 (258 in più, la stessa quantità del calo delle imprese senza dipendenti). Una dinamica ricorrente in quasi tutti i settori, salvo tre casi: finanziario, sanità e assistenza sociale ed immobiliare dove le imprese senza dipendenti sono aumentate.
Il focus della Confederazione si concentra quindi sulle immobiliari dove 280 imprese (73 in più rispetto al 2016) su 330 non hanno dipendenti, un numero pari all’85%. Non è tanto questa la sorpresa – riconosce la Csdl – perché le attività immobiliari sono in prevalenza contenitori, bensì il fatto che vi sia una società immobiliare ogni 100 abitanti, bambini inclusi. Peraltro, al 31 marzo scorso sono aumentate ancora, raggiungendo quota 339.
Come si spiega un simile fenomeno, visto che il numero delle nuove costruzioni è scarso? L’unica spiegazione, secondo il sindacato, è che «sempre più soggetti trasferiscano le proprietà personali o della propria impresa dentro società distinte per pagare meno tasse o per rendere inattaccabili i beni in caso di debiti».
La riforma del mercato del lavoro puntava a frenare le società senza dipendenti e a tale scopo venne introdotta la figura dell’amministratore operativo, per pagare imposte e contributi almeno sul reddito personale. Però, ricordano ancora dal sindacato, con provvedimenti successivi sono state esentate da questa norma varie attività, tra cui le società immobiliari con determinate caratteristiche. Per avvalorare la propria ipotesi, la Csdl riporta che nel 2022, l’anno in cui le imprese hanno avuto utili medi molto rilevanti, 174 società immobiliari (il 57%) hanno dichiarato redditi zero, mentre 63 (il 21%) incassi di 11.400 euro e solo 70 società superiori a 30mila euro.