Flessione ad agosto per i prestiti bancari. Sulla base delle prime stime, rileva il report di settembre dell’Abi, il totale dei finanziamenti concessi a residenti in Italia (parliamo di settore privato più amministrazioni pubbliche) ammonta a 1.936,3 miliardi, meno 0,23% rispetto all’anno scorso. I prestiti a famiglie e società non finanziarie ammontano a circa 1.484 miliardi, con una variazione annua di -1,9 per cento.
Meno 3% per le attività finanziarie delle famiglie italiane
Alla fine di luglio 2012, i prestiti bancari destinati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni hanno segnato una crescita annua del +1% (in decelerazione rispetto al +5,2% di luglio 2011 e al +1,9% del giugno scorso). Più in generale le attività finanziarie delle famiglie italiane, se si prendono in considerazione il quarto trimestre del 2011, segnano un calo del 3 per cento: bene i titoli pubblici, male le azioni e i fondi comuni.
Non si arresta l’aumento delle sofferenze
Prosegue il trend di crescita delle sofferenze bancarie. Secondo l’Outlook mensile, a fine luglio 2012 lo stock lordo era pari a circa 114,2 miliardi, un miliardo in più rispetto a giugno e 15,2 miliardi in più rispetto a luglio 2011, con un incremento annuo del 15,4% circa. In rapporto agli impieghi, le sofferenze sono risultate pari al 5,7% a luglio 2012 (5% un anno prima). Al netto delle svalutazioni, a fine luglio 2012 sono risultate pari a quasi 65 miliardi (+21,6% l’incremento annuo). Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è collocato al 3,34% dal 3,31% di giugno 2012 e dal 2,77% di luglio 2011.
Risparmio amministrato: meno 18% per i titoli da non residenti
A fine luglio i titoli a custodia presso banche italiane ammontano a circa 1.546 miliardi (oltre 25 in meno rispetto a un anno prima). Oltre il 47% è detenuto direttamente dalle famiglie, il 20,8% dalle istituzioni finanziarie (una percentuale analoga è nei portafogli delle assicurazioni), il 5,4% è nelle mani di società non finanziarie. Chiudono la classifica le Amministrazioni pubbliche e famiglie produttrici (circa il 3,4%). I titoli da non residenti, il 2,7% del totale, hanno segnato nell’ultimo anno una variazione negativa del 18 per cento.