L’Amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi ha spiegato:“Puntiamo al veloce completamento della fibratura dei cabinet nelle aree bianche, che oggi sono coperte per il 70%. Chiudere il digital divide è una questione di volontà e competenze. È dunque più di un scommessa: entro il 2021 questo gap potrà davvero essere chiuso”. “FiberCop – dice ancora Gubitosi – sarà operativa entro il primo trimestre e accelererà lo sviluppo della fibra Ftth. Il presidente sarà Massimo Sarmi. In termini di qualità e convenienza i produttori italiani di fibra sono tra i più competitivi. Inoltre, Tim giudica importante che gli investimenti si estendano anzitutto alla filiera nazionale”. Rispetto alla fusione con Open Fiber, di cui il gruppo Enel non sembrerebbe entusiasta, l’Ad di Tim risponde: “Noi non abbiamo smesso di lavorarci e anche il governo è al lavoro e sembra molto determinato. Nel frattempo, continuiamo a lavorare su FiberCop”. Perché la quotazione è ai minimi? “Tutto il settore in Europa è stato penalizzato – risponde – penso però che il mercato avrà presto motivi per apprezzare il titolo della nostra società. Generazione di cassa e riduzione del debito continuano a darci soddisfazione, anche grazie ai primi segni di miglioramento del fisso”. Gubitosi si dice in generale ottimista rispetto al 2021, per l’azienda e per il settore. Il Recovery fund andrebbe, a suo avviso, destinato a cinque aree: “Sviluppo della banda larga e chiusura del digital divide; accelerazione del 5G; sviluppo dei servizi cloud e dati; sviluppo dei servizi IoT edelle tecnologie connesse; promozione delle competenze digitali”.
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