Alitalia: decollo o picchiata?
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Altra settimana decisiva dopo il “NO” dei dipendenti Alitalia al referendum indotto pochi giorni fa per evitare il commissariamento dell’azienda a scapito di emolumenti diminuiti e posti di lavoro persi.

Un popolo compatto quello di Alitalia che ha preferito rischiare.

Ora la nostra compagnia di bandiera è in bilico tra l’ennesimo rilancio, una vendita, una fusione ed un fallimento definitivo. Oggi il CDA dell”azienda dovrebbe deliberare per l’apertura dell’amministrazione straordinaria da poi comunicare al governo. Questa patata bollente verrà poi passata all’esecutivo per nominare i commissari dell’amministrazione controllata.

I nomi dei “papabili” in merito a questa eterna questione fallimento si fallimento no saranno o meglio dovrebbero essere Luigi Gubitosi ed Enrico LaghiUsando sempre il condizionale a breve dovrebbe avere il via libera il “Prestito ponte” di 400 milioni di euro da parte dello Stato per poter tirare avanti pagando gli stipendi almeno fino alla fine del 2017.

Obbiettivo principale: scongiurare il fallimento di Alitalia

Il primo provvedimento Alitalia di cui dovranno occuparsi i commissari straordinari sarà legato al prezzo del carburante degli aeromobili. L’obbiettivo sarà raggiungere almeno un 20% di risparmioIn seconda battuta si parlerà di nuovo di eventuali tagli alla spesa. Si ritiene infatti, necessario limitare i costi che la nostra compagnia di bandiera non riesce più a sostenere. Il governo vorrebbe a tutti i costi scongiurare il fallimento di Alitalia. Se accadesse sarebbe una sciagura non solo delle migliaia di posti di lavoro che andrebbero persi, ma anche per una questione economica.

Un’importante rete di collegamenti

Bisogna calcolare che fino ad oggi vi è stato un versamento di quasi 8 miliardi di euro all’interno delle casse della compagnia. Inoltre non si deve sottovalutare lo choc che subirebbe il prodotto interno lordo italiano. “Alitalia non deve fallire anche per una questione di collegamenti da una parte all’altra del paese”, ha affermato il titolare del Mise evidenziando che non ci sarebbero altre aziende pronte a coprire i collegamenti necessari con grande disagio sia per i lavoratori che per i turisti.

Alitalia: vendita o fusione?

Un’unica soluzione rimane a questo colosso ed è quella della vendita ad un’altra compagnia oppure una fusione. In questo modo si può sperare di salvare almeno il 50% dei posti di lavoro sperando che i 400 milioni di “Prestito ponte” del governo, in attesa del termine delle trattative, siano abbastanza per pagare tutto l’indotto.

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