Anno europeo delle competenze 2023: la risposta al cambiamento
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I cambiamenti epocali che stanno caratterizzando il mondo della formazione e del lavoro sono da tempo sotto gli occhi di tutti. La triste congiuntura della pandemia ha rafforzato alcuni driver del mutamento in corso, evidenziandone altri nuovi. Pensiamo alla crescita del lavoro a distanza così come alla crescita delle modalità formative svolte on line: il cambiamento chiama in gioco nuove competenze e conoscenze sul versante delle imprese e su quello della Pubblica amministrazione.

Riflettere sulle nuove competenze e conoscenze richieste dal mercato del lavoro vuol dire avere a che fare con nuovi fabbisogni formativi per agire con tempestività ed efficacia. In molti casi la lettura del fabbisogno si presenta di difficile analisi e risoluzione. Sempre più frequenti sono i fenomeni di mismatch tra le competenze richieste dalle imprese e quelle in possesso della forza lavoro. Questa situazione di ‘spiazzamento’ varia da fenomeni di skill shortage (difficile reperimento) a fenomeni di skill gap (competenze insufficienti rispetto alle esigenze aziendali).

Dove sono i fabbisogni? Quali settori economici sono maggiormente interessati dal cambiamento e dunque più bisognosi di percorsi di formazione e di aggiornamento?

Inapp ha constatato che i gruppi professionali maggiormente interessati sono le professioni tecniche, quelle qualificate nelle attività commerciali e nei servizi e gli operai specializzati. Senza dimenticare il rinnovato interesse per le soft skills, che a oggi sono determinanti e costituiscono un vero e proprio passe-partout.

Inapp monitora costantemente questi fenomeni da diversi anni: scatta annualmente una dettagliata fotografia di quanti si iscrivono ai numerosi percorsi di IeFP (qualifica e diploma) o di IFTS (specializzazione) e analizza gli esiti occupazionali per comprendere se chi ha frequentato un Centro di formazione professionale è al lavoro in un’azienda dopo qualche anno. Nel 2021 ad esempio i corsi di specializzazione IFTS sono stati 251 con più di 2/3 dei certificati sugli oltre 5 mila iscritti, di cui dopo solo anno risulta occupato il 73,2%. Il numero totale degli iscritti ai percorsi di IeFP è stato di 223 mila unità, con 53 mila unità qualificate (di cui il 67,5% occupato entro tre anni) e 15 mila diplomate (con il 71,5% di occupazione); gli inattivi rappresentano poco più dell’1%.

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