Banca d’Italia: 300.000 famiglie pesantemente indebitate. Erogazioni dei mutui in calo rispetto al biennio post crisi

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In Italia sono 160.000 le famiglie sovra indebitate, non in grado di far fronte alle spese necessarie al proprio sostentamento. In termini percentuali si tratta dello 0,6 del totale e del 3 di quelle indebitate. Il 90% di questi nuclei familiari ha un reddito medio-basso, inferiore al valore mediano nazionale. Accanto a questa realtà vi è poi quella delle famiglie pesantemente indebitate, che incontrano difficoltà a saldare i debiti contratti. Sono l’1,2% del totale e il 5,5% di quelle indebitate. La stima è contenuta nel working paper che la Banca d’Italia ha dedicato all’“Indebitamento delle famiglie italiane dopo la crisi del 2008”.

Secondo l’analisi, nei due anni successivi allo scoppio della crisi la quota di famiglie indebitate è andata in realtà diminuendo, sia per una riduzione della domanda, sia per condizioni più restrittive dell’offerta. Il calo ha riguardato principalmente i mutui e ha interessato le famiglie a basso reddito e i lavoratori autonomi. Il ricorso al credito al consumo è invece rimasto relativamente stabile, aumentando però per le famiglie con livelli di reddito modesti.

Ancora, il grado di sostenibilità del debito, misurato calcolando la proporzione delle voci in uscita sul reddito complessivo, non è peggiorato, e per le famiglie con redditi bassi l’incidenza della rata del mutuo sul reddito è andata riducendosi.

Gli esperti di Palazzo Koch sottolineano inoltre che tra il 2008 e il 2010 la percentuale di nuclei familiari considerati “vulnerabili”, cioè con un’alta incidenza della rata sul reddito, è rimasta invariata, visto che alla forte riduzione del reddito è corrisposto un calo sensibile dei tassi di interesse.

Come si legge nel report, la condizione di sovra indebitamento è caratterizzata dal ritardo di oltre 90 giorni nel rimborso di un prestito e da un “perdurante squilibrio tra obbligazioni assunte e patrimonio liquidabile”. Tutte le famiglie sovra indebitate “arrivano con difficoltà alla fine del mese con il reddito a disposizione”: nell’85% dei casi con “molta difficoltà o con difficoltà” e nel restante 15% “con qualche difficoltà”.

Il 70% circa di questi nuclei familiari si trova nella condizione di sovra indebitamento per aver contratto un credito al consumo oppure un mutuo e meno del 40% ha un servizio del debito elevato in percentuale del reddito. Un dato, quest’ultimo, spiega lo studio, indicativo del fatto che per molte famiglie con reddito basso anche un onere del servizio del debito inferiore al 30% del reddito può costituire un problema.

In questo contesto, “nel 2011 le erogazioni di mutui sono state ancora basse rispetto alla fase precedente la crisi; il dato delle erogazioni del primo semestre del 2012, riportato su base annua, segnala un nuovo calo molto più pronunciato anche rispetto ai valori dell’anno precedente. La domanda, che era tornata debolmente a espandersi nel 2010 (valori positivi dell’indice), nel corso del 2011 e dei primi mesi del 2012 ha segnato una netta inversione di tendenza. Contestualmente si è osservato un ulteriore irrigidimento delle condizioni di offerta da parte degli intermediari bancari, che è stato abbastanza generalizzato, poiché le banche hanno dichiarato di aver aumentato i margini richiesti per la media dei prestiti e non solo per quelli più rischiosi”.

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