Banca popolare di Spoleto, scure di Bankitalia: bocciato lo statuto

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Nuova scure della Banca d’Italia sulla Banca Popolare di Spoleto, attualmente commissariata dallo stesso istituto centrale. Via Nazionale, dopo l’esito dell’ispezione, ha bocciato le modifiche dello statuto relative all’aumento di capitale fino a 30 milioni di euro varate dall’assemblea della banca lo scorso 10 agosto. Il rilascio dell’autorizzazione era stato già ‘congelatò lo scorso 25 settembre per attendere l’esito dell’ispezione che ha poi portato al commissariamento dell’istituto umbro.
La Fiba-Cisl
“Preoccupazione, afflizione, questo il sentimento comune che alberga tra i dipendenti della Banca popolare di Spoleto mentre i giorni trascorrono nell’attesa di chi dovrebbe rilevare le quote azionarie del Monte dei Paschi di Siena… omissis”
Questa la sintesi di un nostro comunicato di viva preoccupazione e foriero di un’imminente rovina, sempre prontamente negata dalla Governance della Banca, nel clima di pacata serenità che trapelava dalle ultime conferenze stampa rilasciate dal presidente D’Atanasio e, dopo le sue dimissioni, a tutt’oggi incomprensibili, anche dal presidente Brandani presentatosi alle Organizzazioni Sindacali, come “Presidenza di Garanzia”.
La stessa serenità richiamata dal Dg Tuccari riferendosi alla “non perentorietà” della scadenza dei termini, la stessa tranquillità altresì ostentata dal presidente Antonini, più volte intrattenuto e sollecitato anche da questa Organizzazione Sindacale, ad un maggiore coinvolgimento in merito alla delicata e spinosa questione della conclusione dei Patti Parasociali, al riassetto delle quote proprietarie e al futuro della Banca.
Purtroppo le nostre preoccupazioni si sono rivelate non prive di fondamento (nonostante qualcuno abbia preso le distanze da tali esternazioni), mai ci è stata illustrata, contrariamente ai nostri ripetuti richiami, quale fosse la soluzione alternativa agli “attacchi ostili” (ostili a chi ?), sempre artatamente annunciata, ma mai dettagliata nella sostanza; in proposito attendiamo ancora una uscita ufficiale di tale ostentata chance. Non ci voleva un esperto per rendersi conto del paradosso verso cui la Banca stava scivolando.
Siamo stati portatori di viva preoccupazione, costantemente alimentata anche dalle opinabili scelte organizzative e di gestione della Banca, assunte – su convalida del CdA – dal Dg Tuccari, al quale, già dal 2011, furono formulati 18 scottanti punti di domanda riguardo all’assetto dell’Istituto, alle quali non è stata mai fornita risposta, così come non è stato mai risposto, dal Direttore Tuccari, agli allarmi sollevati al Tavolo Sindacale riguardo all’eccessiva spinta espansionistica della Banca e relativa costose politica di assunzioni, nonostante le OO.SS. Aziendali, nella consapevolezza della necessità di rigore di spesa, hanno accettato, con grande senso di responsabilità, un rinnovo di CIA al ribasso. Al richiamato rigore di spesa, la FIBA-CISL ha espressamente formulato una richiesta di coerente allineamento, indirizzata all’alta direzione e agli organi del consiglio di amministrazione: solo il presidente D’Atanasio e il vice presidente Zuccari si sono ridotti l’indennità di carica.
Analogo stesso silenzio, ha parimenti accompagnato la nostra richiesta di chiarimenti sulle reali motivazioni che hanno portato alle dimissioni del presidente D’atanasio, preannuncio alla grave situazione che stiamo tutti vivendo.
Nelle circostanze denunciate, questo commissariamento dovrà essere – finalmente – il preludio del rilancio della nostra Banca, ultimamente vissuta nella conflittualità interna, sfiancata da complotti, da denunce alla magistratura, da campagne mediatiche avverse, da gestioni imbarazzanti e con obiettivi non sempre coincidenti con quelli Aziendali.
La FIBA-CISL continuerà a essere allineata a favore della Banca, perché crediamo che il ruolo dall’Istituto e di tutti i lavoratori, sia quello di sostenere le idee, i progetti e quindi il futuro della clientela che ha riposto in noi la propria fiducia, e siamo fortemente convinti di continuare ad assicurare questa importante funzione sociale.
La FIBA- CISL ha a cuore il mantenimento dei livelli occupazionali, sia per la riconferma dei numerosi ragazzi assunti a tempo determinato, sia per il rispetto e le garanzie nei confronti di tutti i colleghi, indistintamente, anche di coloro verso le cui “regole di ingaggio”, questa Organizzazione ha preso le distanze, ed anche con la speranza che la graduatoria per 100 assunzioni nel prossimo triennio (sono pervenuti ca. tremila eccellenti curricula di giovani Laureati e Diplomati), non resti una illusione o, ancor peggio, un meschino strumento pubblicitario.
Auspichiamo quindi una rapida soluzione delle criticità societarie e manageriali, dando spazio a eventuali ma concrete proposte che possano garantire il rilancio dell’Istituto, la territorialità creditizia e l’occupazione.

La nota della Fabi
Alle cordate di imprenditori locali che si candidano a rilevare la Banca Popolare di Spoleto, recentemente commissariata per gravi irregolarità gestionali dalla Banca d’Italia, chiediamo piani industriali credibili e innovativi e un impegno serio e puntuale finalizzato all’effettivo rilancio dell’istituto, nel pieno rispetto delle professionalità di tutti i dipendenti e senza incidere sui livelli occupazionali.
È quanto dichiara il Coordinamento in Bps della FABI, il sindacato maggiormente rappresentativo all’interno della Banca Popolare di Spoleto, istituto che occupa sul territorio oltre 800 dipendenti.
«Non vorremmo che dietro alcuni interessamenti ci fossero intenzioni meramente speculative, che in questo momento danneggerebbero dipendenti e clientela e comprometterebbero lo sviluppo industriale della banca stessa, sana dal punto di vista patrimoniale, come rilevato dagli stessi commissari della Banca d’Italia, e punto di riferimento per l’economia umbra».
«Come FABI siamo disponibili a dialogare con i commissari, a patto che non ci vengano proposti tagli lineari sul personale. Siamo infatti convinti che per rilanciare la Banca Popolare di Spoleto occorra incidere sulle sacche d’inefficienza, in particolare sugli sprechi e sulle disfunzioni organizzative, dunque su tutte quelle anomalie che hanno determinato il commissariamento dell’istituto da parte di Bankitalia.
Facciamo notare che l’incremento del 20% del costo del personale, registrato nell’ultimo anno, è da attribuirsi non certo a un miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori, ma piuttosto all’amento ingiustificato delle retribuzioni del Direttore Generale e dell’area dirigenziale e al pagamento di ricche clausole di fedeltà, accordate ad alcuni quadri direttivi di alto livello della banca, licenziati e poi riassunti dalla Bps».

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