Banche: compensi moltiplicati grazie al decreto Salva Italia

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Sempre più italiani, in questi giorni, si stanno accorgendo di ciò che sta accadendo a coloro che vanno in “scoperto” di conto corrente.

A partire dal quarto trimestre 2012, le banche possono applicare “agli sconfinamenti in assenza di affidamento, ovvero oltre il limite del fido … una commissione di istruttoria veloce determinata in misura fissa.

Oltre ad essere stato informato verbalmente da diversi conoscenti, ho visto personalmente un estratto conto di una banca nel quale sono stati applicati 70 euro per ogni giorno nel quale il conto corrente risulta utilizzato oltre le somme disponibili, e per importi oscillanti dai 400 ai 3.000 euro.

Accade quindi che se un soggetto ha uno scoperto di 600 euro per un mese (perché il conto è andato in rosso per un addebito), il mese successivo avrà uno scoperto di 2.700 euro (oltre interessi etc.) perché ha maturato i 2.100 euro del nuovo onere (30 giorni x 70 euro al giorno). E così via…

Altro che moltiplicazione dei pani e dei pesci. Le somme inizialmente dovute (600 euro) avranno la capacità di moltiplicarsi in pochi giorni.

Il tutto sembra sia dovuto al decreto Salva Italia di Monti (D.L.  201 del 6.12.2011 art.6 bis) che introduce una modifica al Testo Unico Bancario, prevedendo il nuovo articolo 117bis.

“Art.  117-bis. – (Remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti).– I  contratti  di  apertura  di  credito  possono prevedere, quali unici oneri a carico del  cliente,  una  commissione onnicomprensiva, calcolata in  maniera  proporzionale rispetto alla somma   messa   a   disposizione   del   cliente   e   alla    durata dell’affidamento, e  un  tasso  di  interesse  debitore  sulle  somme prelevate. L’ammontare della commissione non puo’ superare lo 0,5 per cento, per trimestre, della somma messa a disposizione del cliente.

2. A fronte di sconfinamenti in assenza di affidamento ovvero  oltre il limite del fido, i contratti di conto corrente e  di  apertura  di credito possono prevedere, quali unici oneri a  carico  del  cliente, una commissione di istruttoria veloce determinata  in  misura  fissa, espressa in valore assoluto, commisurata  ai  costi  e  un  tasso  di interesse debitore sull’ammontare dello sconfinamento. ”

A seguito della suddetta norma è stato emanato il Decreto del Ministero e dell’Economia e delle Finanze n.644 del 30.6.2012 che ribadisce che la commissione di istruttoria veloce “non eccede i costi mediamente sostenuti dall’intermediario per svolgere l’istruttoria veloce e a questa direttamente connessi…”

Come spesso accade in questo nostro disgraziato paese, una norma “apparentemente” nata per tutelare i correntisti, viene utilizzata dalle banche (alcune, tutte?), in questo periodo diferocissima crisi, a proprio favore per determinare liberamente l’importo della commissione fissa.

Mi chiedo: siamo proprio sicuri che 70 euro per ogni giorno di scoperto siano una cifra congrua? E se lo fosse, si deve svolgere “l’istruttoria veloce” ogni giorno?

Chiaramente il cliente, con la solita comunicazione “unilaterale” da parte della banca, insieme alla solita mole di ulteriori informative, è stato informato e non ha deciso di recedere dal contratto o di opporsi (possiamo immaginare con quale forza contrattuale).

Che dire, sarà il definitivo autogol che spingerà a riconsiderare l’attività svolta da questi soggetti?

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