Bruxelles approva i Monti bond per Mps

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In zona Cesarini, il Montepaschi può chiudere l’anno tirando un sospiro di sollievo, almeno dal punto di vista dei Monti bond, con il sì Ue al salvataggio. Un via libera che ha fatto salire il titolo del 6%. Il rush in commissione al Senato infatti aveva già messo in sicurezza il provvedimento, che oggi verrà
votato in Aula con la legge di Stabilità. E soprattutto ieri è arrivato un altro tassello, altrettanto importante per comporre il mosaico: il disco verde della Commissione europea. Un ok “temporaneo”, in attesa che Siena sottoponga a Bruxelles un piano di ristrutturazione entro i prossimi sei mesi: si partirà dal piano industriale già approvato nelle settimane scorse, anche se non è escluso che la Commissione possa chiedere qualche correzione all’impianto iniziale.
Dunque, via ai Monti bond. Le obbligazioni dovranno essere emesse dalla banca – e sottoscritte dal Tesoro – al massimo entro il
primo marzo: prima ancora però Mps dovrà convocare un’assemblea, per deliberare un aumento di capitale di pari importo, a copertura (teorica) dell’importo di Monti bond che si appresta ad emettere. Nella fattispecie, 3,9 miliardi di euro, che serviranno ad ottemperare ai dettami dell’Eba
sul rafforzamento del capitale (in questo modo il Montepaschi arriva ad un Core tier 1 del 9%). L’importo è comprensivo dei vecchi Tremonti Bond, per 1,9 miliardi, che verranno contemporaneamente restituiti al Tesoro, ma non della spesa per interessi, pari all’8,5%, che corrisponde
dunque a 170 milioni. Formalmente si porrà il problema della copertura di quell’importo verso aprile, dopo la chiusura del bilancio 2012: ma è un dubbio inesistente, Mps non sarà certo in grado di pagare le cedole al Tesoro. E in quella fase emetterà ulteriori 170 milioni di Monti bond, con
cui pagherà gli interessi sul prestito precedente. Un’opportunità che Bruxelles ha concesso solo relativamente all’esercizio 2012 e 2013 (dunque, per gli interessi che andranno pagati nel 2013 e nel 2014) ma Mps spera già a partire dal prossimo bilancio di poter pagare almeno una parte della cedola in contanti (il tasso non è ufficialmente ancora noto ma dovrebbe essere del 9%).
Di sicuro, dopo il biennio non avrà più sconti da Bruxelles e se non sarà in grado di pagare almeno gli interessi dovrà far spazio nel capitale della banca all’azionista pubblico. Ma non, come aveva tentato di fare in un primo momento, emettendo azioni al valore del patrimonio netto (ben più alto della capitalizzazione di Borsa). Un’ipotesi per ora che non è stata nemmeno presa in considerazione, nella speranza che per quella data la banca sia ritornata ad esprimere una redditività sufficiente almeno a pagare gli interessi al Tesoro.
Nel frattempo su Siena si è abbattuta un’altra tegola: la Guardia di finanza ha effettuato perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta della procura su presunte frodi fiscali da parte della Mens Sana Basket, di cui il Monte è primo sponsor. Al centro dell’operazione ci sarebbero i pagamenti in nero di emolumenti su conti esteri ad atleti della società sportiva.

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