Buono del tesoro poliennale al top dal 2014
Il rendimento dei Buoni del tesoro poliennali italiani e lo spread tra il titolo decennale italiano e il Bund tedesco hanno visto un'impennata.

Il rendimento dei Buoni del tesoro poliennali italiani e lo spread tra il titolo decennale italiano e il Bund tedesco hanno visto un’impennata.

Lo spread ieri aveva conosciuto una fiammata, salendo da 200 a 216 punti base nel momento in cui l’Eurotower ha annunciato che dal primo giorno di luglio finiranno gli acquisti dell’Asset Purchase Program e, soprattutto, saranno alzati i tassi di sconto per la prima volta dal 2011 a oggi, portando allo 0,25% il costo del denaro in Europa con la prospettiva di alzarlo a settembre allo 0,5%. Nel corso della giornata di ieri il trend è proseguito e l’apertura di oggi non ha fatto differenza: è continuato ad allargarsi, in apertura, lo spread Btp/Bund che ha risentito delle forti vendite sui nostri titoli di Stato verificatesi dopo la mossa della Bce. A inizio seduta il differenziale di rendimento tra il Btp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è stato indicato a 231 punti, tre in più rispetto ai 228 punti base della vigilia.

Si tratta dei livelli più alti dal maggio 2020 ad oggi: allora si era in piena pandemia e stava iniziando a fare effetto lo scudo della Bce culminato nei massicci piani di acquisto titoli in funzione anti-recessiva. L’annunciata caduta della protezione di Francoforte ha promosso una crescita del rendimento del titolo italiano che ha infiammato lo spread.

Va tenuto presente, infatti, che lo spread è tecnicamente il differenziale di rendimento tra i Btp italiani e il Bund tedesco di durata decennale, laddove una differenza di rendimento dell’1% indica uno spread di 100 punti. Va dunque tenuto presente il fatto che lo spread varia sia in proporzione al mutamento del valore del nostro decennale che quello del corrispettivo tedesco. E dunque il dato preoccupante da tenere in considerazione è il paragone col 2020: allora il Bund era estremamente depresso nei valori, ampiamente in negativo, in quanto valorizzato dai mercati come bene rifugio. Era il calo del rendimento del Bund a aumentare lo spread. Oggi invece lo spread è alimentato da un aumento del rischio dei titoli italiani, che dal gennaio è più che quintuplicato. Allora il rendimento era tra lo 0,6% e lo 0,7%. Il Btp italiano è poi arrivato nei giorni della crisi energetica e del braccio di ferro russo-ucraino a sfondare per la prima volta dal 2020 il rendimento del 2% annuo. L’annuncio della Bce lo ha nuovamente impennato: in chiusura ieri il rendimento del prodotto del Tesoro ha toccato il 3,65%, sui livelli più alti dall’ottobre 2018, oggi invece in apertura si è arrivati al 3,76%, il valore massimo dal 2014. Segno che è il rischio-Paese dell’Italia a essere ritenuto in aumento dopo il taglio agli stimoli deciso dalla Bce.

Un ulteriore dato che lo sottolinea è il fatto che Piazza Affari sia stata sia ieri che oggi in apertura la peggiore delle Borse europee, con il Ftse Mib in discesa dell’1,4%, anche in seguito della pressione sui titoli di Stato seguita ai segnali poco convincenti da parte della presidente Christine Lagarde sulla volontà di Francoforte di intervenire prontamente a limitare la frammentazione finanziaria nell’area. Ftse 100 di Londra, Cac40 di Parigi, Dax di Francoforte e Ibex di Madrid a loro volta in calo, con perdite più contenute tra lo 0,6 e lo 0,7% in apertura: segno che l’Eurotower non ha convinto col suo annuncio. E ora dovrà gestire la sfida della ricostruzione della fiducia tra gli operatori di mercato.

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