Camper, pieno di ordini ma resta il nodo logistica
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Nel distretto del camper della Valdelsa, tra le province di Firenze e Siena dov’è concentrato il 90% della produzione italiana di motorcaravan, le aziende stanno chiudendo per le ferie estive con il portafoglio pieno di ordini e qualche apprensione.

L’onda lunga del Covid, che negli ultimi tre anni ha ridato slancio alle vacanze all’aria aperta, nel nome della sostenibilità, e fatto impennare la domanda di camper, non accenna a fermarsi. Il mercato resta brillante, nonostante l’aumento dei listini che si aggira sul +20% rispetto all’anno scorso e nonostante il rialzo dei tassi di interesse che fa lievitare le rate dei finanziamenti degli acquirenti.

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Ma il cortocircuito tra domanda e offerta di veicoli, che da tempo tiene col fiato sospeso aziende e lavoratori, resta irrisolto. La produzione va avanti (ancora) a singhiozzo, con difficoltà di programmazione, a causa di un motivo nuovo e insidioso. Se l’anno scorso la criticità maggiore era legata alla mancanza di microchip per i telai (gli châssis) sui quali vengono costruite le “case viaggianti”, quest’anno il problema principale arriva dalla carenza di autisti in grado di guidare le bisarche che trasportano quegli stessi châssis (e, una volta realizzati, consegnano i camper in tutta Europa, Germania in testa).

«Molti autisti sono ucraini e, con la guerra in corso, non assicurano più il servizio», annuncia Iuri Campofiloni, responsabile camperistica di Fiom Cgil Toscana. Anche russi e bielorussi, che insieme con gli ucraini erano alla guida dei mezzi pesanti, sono introvabili. L’impiego – al loro posto – di personale meno esperto sta creando disguidi e difficoltà.

«La mancanza di autisti per le bisarche sta davvero condizionando il settore – spiega Ludovica Sanpaolesi, direttore generale dell’Associazione produttori camper (Apc) – ed è un problema che riguarda tutta l’Europa, come conferma la proposta di revisione della direttiva europea patenti che affronta proprio il tema degli autotrasportatori». Tutto questo, aggiunge Sanpaolesi, avviene in una fase in cui la produzione industriale di camper sta nettamente migliorando, con +15% messo a segno nel primo semestre dell’anno e un’accelerazione del +30% nel solo mese di giugno. I produttori italiani – nomi come Laika, Mobilvetta, Giottiline, Elnagh, Rimor, McLouis, che fanno capo a tre grandi gruppi internazionali: i francesi Trigano e Rapido e l’americana Thor Industries – hanno chiuso i bilanci al 31 luglio con molti segni positivi.

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