Le imprese possono monetizzare con l’ intelligenza artificiale generativa in diversi modi: gli utenti della tecnologia possono impiegarla per migliorare la produttività, i fornitori della tecnologia possono generare profitti con un’efficace politica di prezzo, i fornitori delle attrezzature di supporto vendono le apparecchiature di base necessarie per utilizzare la tecnologia.
“Il mercato ha rapidamente individuato le società leader tra i fornitori di attrezzature, come dimostra la performance registrata quest’anno da NVIDIA, ma individuare le strategie vincenti tra le piattaforme e gli utenti è molto più complicato”.
AllianceBernstein James Tierney CIO e Gestore di AB Concentrated US Equity Portfolio individua tre strategie di prezzo fondamentali.
Servizi in abbonamento. Le aziende in grado di integrare le funzioni di IA per migliorare i prodotti esistenti avranno accesso immediato a una base di clienti potenzialmente redditizia. Microsoft sta già battendo questa strada, vendendo a 30 dollari al mese/utente un servizio chiamato Copilot, che aggiunge capacità di IA alle applicazioni della suite Microsoft 365 (ma alcuni investitori avevano stimato inizialmente un prezzo molto più basso). Google sta seguendo una strategia simile, avendo recentemente annunciato un prezzo di 30 dollari al mese/utente per il servizio Duet AI associato alle applicazioni aziendali G Suite.
Servizi à la carte. Le aziende che adottano le tecnologie di IA avranno bisogno di maggiori infrastrutture di calcolo per eseguire le relative query. Molte sceglieranno le piattaforme IA native dei fornitori di cloud (Amazon, Google e Microsoft) i quali, dato che il loro utilizzo può essere sporadico e l’infrastruttura di IA costosa, potrebbero decidere di far pagare il servizio in base all’uso. OpenAI è stato il pioniere di questo modello, applicando ai clienti aziendali un prezzo basato sul numero di “token” utilizzati. Microsoft, partner infrastrutturale (e investitore di minoranza) di OpenAI, ha dichiarato che il 2% della crescita del suo cloud Azure nel terzo trimestre arriverà dal consumo di IA generativa.
Servizio come funzionalità incorporata. Alcuni fornitori potrebbero integrare le funzionalità di IA nei prodotti senza applicare inizialmente una maggiorazione di prezzo. Questa strategia mira ad accrescere il valore del prodotto con l’aggiunta dell’IA come ulteriore funzionalità. Alla fine, l’impresa potrebbe imporre un aumento generalizzato dei prezzi, giustificato dal valore aggiunto mediante l’IA. Adobe ha storicamente utilizzato questo approccio con i suoi prodotti Creative Cloud e Acrobat.
Diverso, invece, il caso delle aziende che hanno i consumatori finali come controparti, ad esempio dispositivi di consumo, motori di ricerca su Internet, social network. Aziende che dovranno impiegare l’IA in modo creativo per creare valore per i consumatori: Apple svilupperà un proprio chatbot, Google sta valutando di utilizzarla per fornire risposte più mirate alle domande.
“Questi prodotti non si prestano a un’agevole monetizzazione – concludono i due manager di AllianceBernstein – È più facile che vengano utilizzati per produrre annunci pubblicitari mirati. Tali prodotti saranno visti come miglioramenti alla loro fidelizzazione, anziché come un flusso incrementale di ricavi”.