Convocato un tavolo per le imprese del settore elettrodomestici al Ministero delle imprese e del made in Italy
Ancora dense nubi all’orizzonte per l’elettrodomestico, ma è stato convocato il tavolo in Ministero sul tema, caldeggiato da tempo dai sindacati.
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Ancora dense nubi all’orizzonte per l’elettrodomestico, ma è stato convocato il tavolo in Ministero sul tema, caldeggiato da tempo dai sindacati. “Il mese di gennaio 2024 – rimarcano dalla Fiom – fa segnare un’ulteriore contrazione della produzione e diminuzioni di fatturato che arrivano fino al 10% sullo stesso mese dell’anno precedente. Tutte le principali aziende del fabrianese stanno facendo ricorso a giornate di fermo per sopperire al calo di ordini, con l’utilizzo della cassaintegrazione piuttosto che delle spettanze delle lavoratrici e dei lavoratori. Resta il fatto – aggiungono – che non c’è saturazione produttiva mentre crollano le marginalità delle imprese”.

Il 22 febbraio è stato convocato il tavolo dell’Elettrodomestico al Mimit. In merito la Fiom evidenzia: “Sarà importantissimo iniziare una discussione di merito sulle azioni di politica industriale da mettere in campo per la sopravvivenza produttiva del settore in Italia. Sarà fondamentale che il Governo si confronti seriamente e ascolti le nostre proposte, che come Fiom abbiamo consegnato al Prefetto di Ancona il 16 gennaio. Diventa ormai fondamentale – aggiungono dalla sigla sindacale – che anche la Regione intervenga nella discussione per la sopravvivenza dei siti marchigiani, anche dentro le operazioni di vendita da parte delle grandi multinazionali, come si sta facendo in altri territori”. Per la Fiom, spiega il responsabile Pierpaolo Pullini, “c’è necessita di salvaguardare e sostenere la riconversione della filiera e della catena di fornitori, che comunque ruota attorno ai grandi presidi industriali, dove si sta lavorando a regime notevolmente ridotto a causa della contrazione o spostamento del mercato. Si pensi solo che allo stabilimento Whirlpool di Melano, se si considerano le giornate di fermo dell’ultimo semestre del 2023 e i primi due mesi del 2024 si potrebbe generare un esubero di un terzo della forza produttiva, nonostante non si siano perse quote, se l’attuale situazione diventasse strutturale. E se non si interverrà facendo sistema, per cambiare le cose. Rischio che speriamo fortemente possa essere scongiurato se l’operazione di acquisizione/fusione con Arcelik sarà finalizzata e se porterà i risultati sperati. Proprio per questo – conclude Pullini che lancia il nuovo allarme – è fondamentale che il pubblico intervenga nel merito della discussione, agevolando il coinvolgimento delle parti sociali e dando forza e valore alle loro proposte. Servono interventi concreti e capacità progettuale di breve e lungo periodo prima che i processi diventino irreversibili”.

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