Il nostro governo ha svolto un’azione straordinaria per recuperare la credibilità internazionale del Paese. Ha rimesso in ordine i conti pubblici, assicurando un surplus primario. Ha contribuito a ridurre in modo consistente lo spread e ha avviato un importante programma di riforme tra cui quella relativa al sistema pensionistico, che si pone come un benchmark per l’intera Europa.
Le criticità, peraltro, continuano ad essere complesse ed elevate, il percorso che rimane da fare è ancora lungo ed in particolare il cammino riformista deve essere completato: il lavoro del prossimo esecutivo sarà dunque estremamente impegnativo.
I problemi dell’economia italiana continuano a colpire famiglie e imprese e la disoccupazione, in particolare quella giovanile, rappresenta un problema anche sociale ed etico. In questo quadro la soluzione non può e non deve essere a carico prevalentemente di uno Stato con un enorme fardello di debito pubblico: i cittadini e i privati devono fare la loro parte.
Premesso che i posti di lavoro vengono creati dalle imprese, che non possono essere alimentati dal settore pubblico (che anzi deve effettuare una cura dimagrante) e constatato il persistente e forte gap di competitività del nostro Paese, vediamo in concreto quale può essere il contributo del privato alla soluzione dei problemi italiani.
Molti valori
Il nostro tessuto industriale è assai articolato, i brand e i prodotti italiani sono apprezzati in tutto il mondo.
Tuttavia, nel corso degli anni abbiamo perso per strada importanti player nei settori della chimica (Montedison), dell’elettronica (Olivetti), della grande distribuzione (Rinascente e Standa), del nucleare, della tecnologia per l’alta velocità nel trasporto ferroviario.
Le nostre imprese sono troppo spesso sottodimensionate per affrontare i mercati esteri e si trovano svantaggiate rispetto a concorrenti stranieri, quasi sempre più grandi.
L’imprenditoria italiana è basata su un capitalismo strettamente familiare, giunto alla terza generazione, chiamato a sostenere la sfida concompetitor nei paesi emergenti che possiedono le energie e l’animal spirit della prima generazione, da un lato, e con imprese di Paesi avanzati dall’altro, dimensionalmente più robusti e «attrezzati» di strutture manageriali e professionali ormai collaudate, per cogliere le opportunità derivanti dall’internazionalizzazione.
Un ruolo preciso
La nostra banca è impegnata ad esercitare un ruolo importante per facilitare la crescita dimensionale delle imprese esistenti e ad irrobustirne la struttura patrimoniale e finanziaria per dotarle dei mezzi necessari a colmare il gap di risorse rispetto ad altri. Grazie a un network capillare ed estremamente competente, che copre tutti gli hub geografici rilevanti della crescita dell’economia globale, Intesa Sanpaolo è pronta ad assistere le nostre imprese nella loro espansione internazionale, sia commerciale sia industriale.
La conoscenza granulare dell’economia italiana e dei suoi distretti produttivi e la nostra base di clientela che copre il 98 per cento del mondocorporate italiano in quanto prima banca nel Paese, ci consentono di operare in modo mirato e di individuare le gemme nascoste della nostra economia, per poter dare loro una chance di successo su scala globale.
Nel contempo, siamo il ponte ideale per attrarre investimenti dall’estero e operatori stranieri interessati all’Italia sia come mercato strategico, sia come partner nella loro supply chain, sia come porta d’ingresso verso l’Europa, primo sistema al mondo in termini di Pil aggregato.
Il punto d’incontro
Siamo, insomma, il connector naturale per collegare le aziende, gli imprenditori, i mercati ed i flussi finanziari con le opportunità dell’economia globale.
E ci sentiamo alfieri ed ambasciatori nel mondo dell’economia del nostro Paese e dell’Eurozona.
Tutto questo però non è sufficiente. Cerchiamo di dare un contributo significativo alla creazione di nuove imprese, le cosiddette start-up basate sulle nuove tecnologie. Da loro, grazie anche ai numerosi ed apprezzati centri di ricerca presenti nel nostro Paese, ci aspettiamo un nuovo impulso allo sviluppo economico e alla creazione di una nuova generazione di imprenditori all’altezza dei Borghi, degli Olivetti, dei Benetton, dei Del Vecchio, dei Barilla, degli Armani, dei Della Valle, dei Prada, dei Pirelli che tanto hanno fatto per l’affermazione del brand Italia.
Per quanto riguarda le famiglie, serviamo oltre 11 milioni di clienti in Italia, siamo la prima realtà bancaria nel segmento retail e della clientela individuale. Siamo in particolare leader nel wealth management, con un modello di servizio che ci consente di stare a fianco delle famiglie italiane nella gestione dei loro risparmi e della loro ricchezza, offrendo loro un’assistenza completa per assicurare un futuro di serenità.
I risparmi degli italiani che intere generazioni sono riusciti a preservare nel tempo sono una straordinaria fonte di sviluppo per le imprese e per l’economia. Noi siamo impegnati nella salvaguardia di questa grande e cruciale risorsa strategica, che è uno dei fattori distintivi dell’Italia.
Da ultimo, Intesa Sanpaolo, quale principale player bancario nel mercato italiano, ha un ruolo fondamentale nel contribuire ad assorbire e collocare il debito pubblico del nostro Paese.
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