Questo matrimonio non s’ha da fare. Anche perché “la fusione non creerebbe un campione nazionale” come auspicato invece dal governo tedesco. La presa di posizione sull’unione tra la prima banca tedesca, nonché europea, Deutsche Bank, e la seconda banca di Germania, Commerzbank – entrambe in crisi – è del sindacato Verdi. Innanzitutto, secondo i rappresentanti dei lavoratori, il conglomerato “diventerebbe più allettante per un’acquisizione ostile per esempio dalla Francia” e, poi, sul fronte occupazionale, “almeno 10.000 ulteriori posti di lavoro sarebbero in grave pericolo”.
Fa una stima ancora più pesante un altro sindacato. Proprio come quando Commerzbank ha rilevato la Dresdner Bank nel 2009, “molte filiali saranno chiuse e il personale ridotto di almeno 15.000”, ha spiegato Stephan Szukalski del sindacato DBV. E se le poltrone contano – in Deutsche Bank tre membri del consiglio di sorveglianza e il presidente del consiglio di fabbrica sono targati DBV – queste parole pesano in modo particolare.
E dato che Commerzbank si è in gran parte ritirata dall’investment banking, Deutsche ricaverebbe poche economie di scala dalla fusione. Occorre, inoltre, considerare che c’è un gap nei livelli salariali a favore di quest’ultima.
Intanto, il governo appare intenzionato a procedere sulla strada dell’unione delle prime due banche tedesche.