Dodici banche nel mirino Ue per aver «truccato» l’Euribor

Dodici banche nel mirino delle autorità europee per presunta manipolazione dell’Euribor, l’indice di riferimento per i tassi di interesse su miliardi di euro di prodotti finanziari. L’Ue – secondo quanto riporta il Wall Street Journal – dovrebbe presto puntare il dito contro diversi istituti, ritenuti responsabili di tentata manipolazione.
Le indagini sono in corso e riguarderebbero, fra le altre, Crédit Agricole, Société Générale, Hsbc e Deutsche Bank. Le quattro banche avrebbero fatto squadra con Barclays, istituto al centro dello scandalo del Libor e che avrebbe ammesso un coinvolgimento anche nell’Euribor. Anche Ubs sarebbe nel mirino: la banca svizzera potrebbe annunciare a breve un patteggiamento per regolare la disputa con le autorità europee. Alla luce del possibile nuovo scandalo, l’European Banking Federation (Ebf), il gruppo che sta dietro l’Euribor, sta portando avanti la propria campagna per evitare lo stesso destino della British Bankers Association, che si è vista strappare dalle autorità inglesi il controllo del Libor. «Ci sono delle debolezze nella governance», ha dichiarato il numero uno dell’Ebf, Guido Ravoet.
Alla metà di novembre la Banca centrale europea (Bce) ha auspicato cambiamenti nell’Euribor, inclusa la diretta regolamentazione da parte della autorità europee e una maggiore indipendenza dall’Ebf
Le indiscrezioni del Wall Street Journal sull’Euribor arrivano nel giorno in cui un’altra banca, Standard Chartered, si trova a far fronte alle richieste delle autorità negli Stati Uniti. L’istituto inglese ha così patteggiato il pagamento di 327 milioni di dollari per aver eseguito transazioni con l’Iran e altri paesi sanzionati. Dei 327 milioni di dollari, circa 100 milioni sono per la Fed che l’ha sanzionata per pratiche bancarie non sicure. Si tratta di una delle multe più salate mai erogate dalla Fed. L’accordo segue quello raggiunto in agosto con il Dipartimento dei servizi finanziari di New York con il quale fu patteggiato il versamento di 340 milioni per risolvere la stessa disputa chiusa con le autorità federali su 250 miliardi di transazioni con l’Iran.

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