Nel 2012 il volume d’affari del factoring in Italia è cresciuto del 3,8% a 175 miliardi di euro, una cifra che vale oltre l’11% del pil. E per il 2013 è previsto un nuovo aumento, stimato intorno al 4,5%. Lo hanno annunciato ieri Massimo Ferraris e Alessandro Carretta, rispettivamente presidente e segretario generale di Assifact, che hanno anche precisato che l’impatto sul pil potrebbe essere ancora maggiore, se solo venissero smobilizzati i crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione. Secondo Assifact, se nel 2011 le imprese avessero potuto incassare i loro crediti verso la Pa a 30 giorni, coerentemente con quanto disposto dalla direttiva Ue sui ritardi di pagamento, si sarebbe attivato un volano sull’economia del valore di circa 5,3 miliardi, cioè una cifra pari allo 0,33% del pil di quell’anno. E dato che il pil nel 2011 è cresciuto dello 0,5%, il pagamento a 30 giorni avrebbe permesso al sistema economico di registrare un aumento del pil dello 0,83%. La crescita del volume d’affari del settore nel 2012 non si è tradotto in un’assunzione di maggiori rischi per i factor: l’incidenza delle sofferenze è salita al 2,87% a fine settembre 2012 dal 2% di fine giugno, mentre quelle sui prestiti bancari sono passate dal 5,85% al 6,12%. Mediofactoring è leader del mercato con una quota del 30,53%, seguito da Unicreditfactoring (16,53%) e Ifitalia (15,16%).
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