«Se l’anno che è appena trascorso è stato difficile, il 2013 appare tragico per l’economia della provincia di Agrigento. Ormai circa il 52% delle famiglie agrigentine stenta a pagare le spese correnti nonchè rate di mutui e prestiti alle banche e alle finanziarie. La situazione peggiora passando alle imprese, ormai al collasso a causa della crisi e della morsa restrittiva operata dagli istituti di credito, che non danno respiro a chi è in difficoltà». È quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio economico della Fiba Cils di Agrigento, il cui responsabile, Gabriele Urzì, lancia un allarme «perchè la situazione è veramente tragica». «Le sofferenze bancarie in provincia – afferma – a fine novembre 2012 confermano un inarrestabile trend di crescita, segnando rispetto allo stesso periodo del 2011 un +18 % circa. Per quanto riguarda le sofferenze al netto delle svalutazioni sempre a novembre 2012, registrano un aumento del 23,6%. La crisi quest’anno farà sentire in maniera più netta i suoi effetti devastanti. Non è una crisi ciclica – sottolinea Urzì – come erroneamente pensava qualcuno. Occorre che si interrompa questa spirale negativa aumentando il reddito disponibile soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione». «Le banche peraltro operando una politica difensiva, soffocano ancora di più l’economia adottando standard di monitoraggio e di recupero dei crediti assolutamente aberranti. Basti pensare che spesso gli istituti di credito, dopo avere riscattato le ipoteche non partecipano alle aste immobiliari perché il mercato è fermo. L’unico settore del credito in espansione paradossalmente è il credito su pegno, che ha visto – purtroppo – aumentare i pegni e i riscatti delle polizze di ben il 40%. Inutile chiedersi perché».
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