Le Borse europee si muovono in territorio positivo con Milano e Madrid in testa.
FTSE MIB ha toccato e superato quota 33mila punti, il massimo da maggio 2008. Intanto, il presidente della Fed, Jerome Powell, nell’atteso intervento al Congresso Usa ha confermato che la Fed non è ancora pronta a tagliare i tassi d’interesse e che quindi non c’è fretta per iniziare a ridurre il costo del denaro. L’altro appuntamento clou della settimana è la riunione di giovedì 7 marzo della Bce: il mercato si aspetta che i tassi di interesse restino invariati e che Francoforte pubblichi nuove proiezioni che dovrebbero indicare stime più basse per quest’anno sia sulla crescita che sull’inflazione nell’Eurozona.
Tra gli indici europei, il migliore è l’IBEX 35 +1,15% di Madrid, bene anche il FTSE MIB +0,69% di Milano e l’AEX +0,59% di Amsterdam, più cauti il DAX 40 +0,15% di Francoforte e il CAC 40 +0,29% di Parigi.
Future in rialzo negli Usa, occhi sulle trimestrali e su Powell
Oltreoceano, i future si confermano in rialzo a Wall Street dopo le parole di Powell e all’indomani di una seduta in territorio negativo (Dow Jones a -1,04%) nel giorno in cui Donald Trump è risultato ufficialmente il candidato repubblicano per la corsa alla Casa Bianca in vista delle elezioni americane di novembre. Intanto, sul fronte macro il settore privato ha creato 140.000 posti di lavoro a febbraio, sotto le stime. Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, aveva detto lunedì di prevedere che il primo taglio sarà nel terzo trimestre dell’anno e che sarà seguito da una pausa. Una serie di dati economici brillanti sullo stato dell’economia statunitense ha già convinto gli analisti a prevedere che il primo taglio dei tassi non avverrà sicuramente prima di giugno, limitando inoltre a tre il numero di tagli da 25 punti base nel corso del 2024.
Passando all’azionario, il titolo di Abercrombie & Fitch è in calo di circa il 2% nel premercato, nonostante una trimestrale sopra le attese, con vendite in aumento del 21%; registrato un utile per azione di 2,97 dollari su ricavi di 1,45 miliardi di dollari, contro attese per 2,83 dollari su 1,43 miliardi. Il titolo di Foot Locker perde oltre l’11%, dopo che la catena di negozi sportivi ha registrato una perdita trimestrale di 38 centesimi per azione su ricavi di 2,38 miliardi, contro attese per una perdita di 32 centesimi su 2,28 miliardi di ricavi; inoltre, ha comunicato una guidance debole per l’attuale anno. Il titolo di Palantir guadagna il 7%, dopo che la società di software ha annunciato di aver ottenuto un contratto da 178 milioni di dollari con l’Esercito statunitense.
A Milano in testa Tim, sbanda Pirelli dopo i conti
A Piazza Affari, tono generalmente positivo per il comparto bancario. In cima al listino si piazza Telecom Italia +2,07% , nel giorno dei conti e della presentazione della lista del Cda. I sindacati, secondo quanto riportato da Il Sole 24Ore, chiedono al governo un tavolo di lavoro per gestire gli esuberi in modo non traumatico, alla luce del mancato rifinanziamento del contratto di espansione. Inoltre, sottolinea Equita, a margine di un’audizione in senato il ceo di Tim, Pietro Labriola, avrebbe indicato di non aver ricevuto una richiesta da Infratel per il subentro in alcuni lotti delle gare del Pnrr. Tra i temi sollevati, il limite a 8 lotti per operatore imposto dalla gara, con Tim che ne ha ottenuti 7 e quindi con rischi legali in caso di superamento del detto limite. Il governo sta quindi pensando a interventi di natura diversa per ridurre le tensioni operativa e finanziarie di Open Fiber.
Solido rialzo anche per Finecobank +1,76% dopo i dati della raccolta di febbraio, resta indietro invece Banca Mediolanum -0,19% . In generale positivi i bancari e gli industriali.
Sbandata per Pirelli & C -2,26% , che si porta in coda al listino e poi si riprende con la diffusione dei conti e la discesa del dividendo. Fronte opposto per Brunello Cucinelli -0,97% e Azimut -0,14% , mentre ha recuperato terreno Leonardo +0,33% con le indiscrezioni di una nuova operazione di M&A con Fincantieri +6,10% . Fuori dal listino principale, da segnalare anche la debolezza di Acea +0,34% dopo la presentazione dei conti 2023 e del piano industriale.
Indici sui massimi e società in focus
Dopo il ritracciamento delgi indici Usa alla vigilia, il mercato si domanda se sia iniziata una correzione e quali siano ancora gli spazi di crescita per gli indici a questi livelli. «Il livello di correlazione tra i diversi titoli azionari è ai minimi degli ultimi vent’anni – commenta Luigi Nardella di Ceresio Investors – questo significa che i mercati sono meno dominati da fattori macro e più dai fondamentali delle singole società». Soprattutto con le ultime trimestrali, sottolinea, «abbiamo assistito a una forte divergenza tra gli andamenti delle diverse azioni a seconda proprio dei risultati e delle prospettive future. Quindi un contesto positivo per gli investimenti azionari a patto di scegliere i titoli giusti».
Euro poco mosso contro il dollaro, ritraccia Bitcoin dopo i record. Oro in lieve calo
Sul valutario ha preso la via del rialzo l’euro/dollaro, che resta comunque sempre in attesa della riunione della Bce. In calo il Bitcoin che, dopo aver superato la soglia dei 69.000 dollari ha ritracciato bruscamente al ribasso tornando in area 65mila dollari. In leggero calo anche l’oro che dopo il massimo storico raggiunto a 2.145,40 dollari.
Rimbalzano i prezzi del petrolio, attesa per le scorte Usa
Si muovono in rialzo i prezzi del greggio dopo la recente debolezza, con i segnali di diminuzione dell’offerta con i tagli alla produzione che prevalgono ripsetto ai timori sulla crescita della domanda in Cina e negli Usa. Domenica i Paesi dell’Opec+ hanno annunciato l’estensione dei tagli alla produzione di 2,2 mln di barili al giorno fino alla fine del secondo trimestre e l’annuncio ha creato qualche tensione sui mercati, in particolare anche asiatici, insieme alle notizie degli attacchi alle petroliere dei miliziani Houthi nel Mar Rosso. Attesa, nella seduta di mercoledì, per i dati ufficiali delle scorte negli Stati Uniti, dopo che l’Api ha registrato un aumento di 423mila barili nelle riserve, un incremento inferiore alle stime del mercato.
Spread ai minimi da gennaio 2022 a 136 punti base
Si muove in lieve calo lo spread tra BTp e Bund che aggiorna i minimi da gennaio 2022 guadagnati nella seduta di martedì 5 marzo in chiusura. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (ISIN IT0005560948) e il pari scadenza tedesco si muove in area 136 punti base, contro i 139 punti della chiusura della vigilia. Stabile il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato una prima posizione al 3,70%, stabile sui livelli di ieri in chiusura.