Gianni Zonin presenta un atto di citazione contro gli ex vertici della Popolare di Vicenza
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L’imprenditore Gianni Zonin ha notificato, lo scorso 6 dicembre 2016, un atto di citazione dinanzi al Tribunale delle Imprese di Venezia per l’accertamento della correttezza della sua attività di Presidente di Banca Popolare di Vicenza dal 1996 sino al 2015.

L’imprenditore vitivinicolo ed ex presidente dell’istituto, inoltre, fa sapere che la famiglia Zonin ha perso 17 milioni di euro in azioni della Banca Popolare di Vicenza.

La richiesta dell’imprenditore veneto è di essere giudicato dal tribunale di Venezia.

In particolare, si legge, «l’atto si propone di dimostrare che il deterioramento economico della Banca Popolare di Vicenza ha tre origini concomitanti: la grave crisi finanziaria ed economica del nostro Paese; l’impatto negativo della straordinaria normativa europea applicata alle banche italiane; una gestione scorretta da parte della direzione della banca, posta in essere con modalità tali da non poter essere accertata dal C.d.A.».

Il procedimento instaurato si propone «di costituire la sede più naturale ed appropriata per ricostruire i fatti che oggi sono contemporaneamente sottoposti al giudizio della Consob, di Banca d’Italia, della Procura della Repubblica di Vicenza e del Tribunale delle imprese».

L’imprenditore Gianni Zonin è stato assistito dal professor Francesco Benatti e dall’avvocato Lamberto Lambertini, partner dello Studio Lambertini & Associati, nella notifica dell’atto di citazione.

Nel procedimento penale dinanzi alla Procura della Repubblica di Vicenza, Zonin è assistito dal professor Enrico Ambrosetti e dall’avvocato Nerio Diodà.

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