Tutti i nuovi droni immessi sul mercato dal 01 Gennaio dovranno essere adeguati alla nuova normativa.
I droni che operano nella categoria “Open” dovranno riportare la marcatura di classe, mentre i droni impiegati in operazioni “Specific”, inclusi gli scenari standard italiani, dovranno essere dotati di un sistema di Identificazione Remota Diretta DRI (Remote ID) attivo e aggiornato.
I droni con marcatura di classe C1, C2, C3, C5 e C6 sono già provvisti di DRI , mentre per i C0 e per i droni autocostruiti o quelli immessi sul mercato prima del 2024 tale obbligo non sussiste se utilizzati in categoria Open.
Dal 2024 anche i “vecchi” droni e gli autocostruiti senza marcatura di classe potranno continuare ad essere utilizzati: in categoria A1 se di massa massima al decollo inferiore a 250g, mentre se di massa superiore, fino a 25 kg, potranno volare solo in A3. Anche in questi casi non è richiesto il Remote ID (DRI).
Per i droni delle classi C1-C6 che volano secondo le regole della propria sotto-categoria, l’operatore è già oggi tenuto a inserire il proprio numero di registrazione sull’app di controllo, utilizzando le ultime 3 cifre segrete. Le 3 cifre segrete hanno la funzione di validare il codice ed evitano la clonazione. Non vengono trasmesse dal DRI e non devono essere comunicate a nessuno.
Le informazioni DRI vengono trasmesse via wifi/bluetooth e possono essere ricevute dagli smartphone nelle vicinanze, ma solo le forze dell’ordine potranno risalire al numero di registrazione del pilota.
L’ENAC può esentare determinate zone geografiche o scenari operativi dall’obbligo di Remote ID e da altri requisiti, analogamente a quanto già avviene per le zone UAS aeromodellistiche
I droni impiegati in operazioni Specific, compresi gli Scenari Standard Italiani, che non trasmettono nativamente il DRI dovranno invece essere dotati di un beacon esterno conforme agli standard del regolamento 945/2019.