Ieri il titolo Telecom Italia ha subito l’effetto Vivendi
Il titolo Tim nella giornata di ieri ha preso il 4%.
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Il titolo Tim nella giornata di ieri ha preso il 4%. Una tattica, quella della voce grossa e delle minacce dirette ai consiglieri della società perseguita dal gruppo francese, che fino ad oggi ha avuto quale unico effetto di deprimere il titolo in Borsa, visto che l’obiettivo di bloccare l’offerta del fondo americano Kkr sulla rete è stato platealmente snobbato da un altro azionista di rilievo della società di tlc. Cassa depositi e prestiti, cui fa capo il 10% di Tim, è infatti scesa in campo con il suo amministratore delegato, Dario Scannapieco, per ribadire che «c’è spazio per arrivare a una forma di organizzazione migliore e più efficiente del settore industriale in Italia».

Scannapieco, pur precisando che allo stato attuale Cdp non è parte della trattativa sulla rete, non ha mancato di spiegare che «in questo momento abbiamo due reti, una situazione oggettivamente inefficiente. Ritengo che occorra trovare una formula, nel rispetto dei limiti antitrust – ha aggiunto – che porti a una maggiore efficienza. Ne beneficerebbe l’Italia, anche in termini di rapidità nella digitalizzazione del Paese. È quello a cui bisogna tendere e rimane il nostro obiettivo di medio termine».

Facile intuire che le due reti-fibra cui si riferisce Scannapieco sono FiberCop, posseduta da Tim, e Open Fiber, controllata dalla stessa Cassa depositi. Una fusione, peraltro già nei programmi del governo sebbene ancora da perfezionare nelle tecnicalità, che avrebbe anche lo scopo di valorizzare i 7 miliardi di investimento pubblico rappresentanti il patrimonio di Open Fiber, che allo stato è in grado di mettere sul tavolo 121mila chilometri di fibra già allocata (comprese le infrastrutture nelle cosiddette «aree grige e bianche») a fronte dei 60mila chilometri circa di FiberCop.

Quanto a Tim, sulla cui valutazione da parte degli analisti in questi ultimi due mesi si è assistito a una girandola che meriterebbe l’attenzione della Consob oppure l’esame di uno psicanalista dai nervi molto saldi (si è infatti passati in pochi giorni da 38 centesimi a 23 per poi risalire di lì a pochi giorni a 45), sempre più si intravedono in Borsa le mani dei fondi speculativi. Questi ultimi probabilmente esaltati anche dall’idea che Roberto Sambuco, advisor del fondo australiano Macquarie e molto attivo sulla partita, ambirebbe a prendere il posto dell’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola su spinta propria o di non si sa quale mandante.

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