Il factoring al test dei «pagamenti sprint»

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L’industria del factoring si prepara ad affrontare il nuovo anno facendo i conti con una grande novità: l’entrata in vigore dall’1 gennaio prossimo della normativa sui tempi di pagamento. Con 30 giorni di scadenza legali (60 in alcuni casi), oltre i quali scattano gli interessi aggiuntivi dell’8% oltre a quelli della Bce, le imprese sperano finalmente di essere tutelate. Che impatto avrà la legge sul settore?

Maggior fluidità
«La crescita del factoring non dipende tanto dai ritardi e noi accogliamo con favore qualsiasi norma che rende più fluide le transazioni commerciali — spiega il presidente dell’Associazione Italiana per il factoring Massimo Ferraris, direttore generale di Ifitalia, del gruppo Bnp Paribas —. Le situazioni con crediti di difficile esazione, con ritardi non fisiologici creano problemi alla nostra industria».
Secondo Luca Burrafato, managing director della divisione factoring di Ge Capital Interbanca, la normativa sarà a impatto zero: «Le stesse società che avranno crediti più brevi avranno anche debiti più brevi, quindi anche loro come debitori dovranno pagare prima. Noi, sulla base della nostra esperienza nel resto d’Europa, prevediamo che la normativa possa tradursi in una ulteriore spinta».
Impatto certificazioni
Altra novità che si sta mettendo in moto è la certificazione dei crediti da parte della pubblica amministrazione. «Per il nostro settore è stata una misura molto positiva — dice Ferraris — . Di recente è stata avviata presso Consip la certificazione telematica attraverso la piattaforma che dovrebbe entrare a regime a breve, ma è prematuro dare un giudizio visto che non sono ancora operative. Ci auguriamo che siano eliminati anche altri fenomeni che determinano la sospensione dei pagamenti da parte del settore pubblico, per esempio il patto di Stabilità, ma come associazione siamo soddisfatti di quello che il governo sta cercando di fare sul fronte dei pagamenti».
Le previsioni sono positive. Nonostante la recessione e la contrazione del mercato del credito bancario, il factoring si attende di chiudere il 2012 e il 2013 in crescita. «Al netto calo dei prestiti bancari verso le imprese durante l’anno in corso e che dovrebbe proseguire anche nel 2013 come evidenziato dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria, si contrappone una variazione ancora positiva del turnoverregistrato dal mercato del factoring dopo il boom del 2011 (+22%). Il 2012 è attesa una crescita del 4,2%», evidenzia Assifact, l’associazione di settore. Le attese degli operatori sono confermate dai dati Assifact relativi a ottobre, che mostrano una crescita del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Leadership
Anche gli anticipi erogati evidenziano una moderata espansione (+4,5% a 38 miliardi al 31 ottobre), in controtendenza con l’andamento dei finanziamenti bancari alle imprese. Per l’anno 2013, si attende una crescita del turnover mediamente pari al 5,4% rispetto al 2012. Con un parco crediti complessivo superiore ai 170 miliardi nel 2011, il mercato italiano del factoring è terzo al mondo dopo Cina e Regno Unito.
Sovraperforma il settore Unicredit Factoring. «In settembre — dice l’amministratore delegato Ferdinando Brandi — siamo cresciuti del 18% su anno, mentre il mercato ha fatto il 5%, e questo ci ha permesso di salire nella market share». E i margini di crescita, comunque, ci sono per tutti gli operatori. «Anche se il factoring in Italia muove il 10% del prodotto interno lordo, infatti è cresciuto negli ultimi anni molto più del Pil, di fatto è uno strumento ancora poco utilizzato dalle aziende rispetto alle potenzialità — spiega Burrafato —. Prima della crisi le aziende andavano prevalentemente su linee di credito a breve termine tradizionali, ora si stanno spostando verso il factoring».
Ma quali sono i tassi di sconto praticati attualmente? In generale — fa sapere Assifact — i tassi sono in linea o più bassi di quelli degli altri strumenti finanziari. «Lo sconto — spiega Burrafato — dipende dal rating del cedente, dal rating del debitore e dalla durata del credito. Per avere un range, il mark up sull’euribor a 3 mesi per anticipi su crediti della durata tra 80 a 120 giorni è tra l’1,5 e il 2% e la commissione calcolata sulturn over oscilla tra 25 e 35 punti base».

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