Il futuro dei lavoratori Piaggio Aerospace torna a farsi incerto
La scadenza di maggio per chiudere la lunga pagina della crisi e del commissariamento di Piaggio Aerospace sembra difficilmente superabile e il futuro dei lavoratori Piaggio torna a farsi incerto.

La scadenza di maggio per chiudere la lunga pagina della crisi e del commissariamento di Piaggio Aerospace sembra difficilmente superabile e il futuro dei lavoratori Piaggio torna a farsi incerto.

Non per niente questa mattina le rappresentanze sindacali dell’industria aeronautica villanovese hanno incontrato i commissari nella sede dell’Unione industriali di Savona, mentre i lavoratori hanno inscenato un presidio sotto le finestre.

A destare preoccupazione nelle maestranze Piaggio era stata la proroga dei termini per la presentazione di offerte vincolanti per l’acquisto dell’azienda, visto che a quanto pare quelle sin qui pervenute non soddisferebbero i requisiti richiesti, soprattutto sotto il profilo del piano industriale e dell’esclusione di uno “spacchettamento” dei vari rami d’azienda. Così questa mattina Fiom, Fim e Uilm hanno chiamato a raccolta i lavoratori e incontrato i commissari.

«Siamo fortemente preoccupati di questa ulteriore proroga e vogliamo chiarezza – affermano i segretari Cristiano Ghiglia, Christian Venzano e Gianni Mazziotta -. Non è accettabile che si proroghino i termini della gara ma non la scadenza dell’amministrazione controllata».

I sindacati, insomma, chiedono un intervento deciso da parte del governo, e non solo per quanto riguarda le tempistiche di bandi e gestione commissariale. «Ormai è indispensabile un interessamento diretto e concreto da parte del ministero», afferma Ghiglia che da sempre strizza l’occhio a soluzioni di tipo pubblico.

Mazziotta ribadisce il no ad eventuali “spacchettamenti”, mentre secondo Venzano la soluzione può arrivare «tramite Cassa Depositi ePrestiti o Invitalia, visto che lavoriamo per il 70% per la Difesa italiana e abbiamo da sviluppare il drone arrivato al 95% con la tecnologia di Leonardo e l’MPA fondamentale per pattugliare il territorio con una lunga autonomia a basso consumo» Insomma, parlare di quella che un tempo si sarebbe chiamata “nazionalizzazione” non è più un tabù, almeno per i lavoratori e i loro rappresentanti, e ora la decisione spetta al governo.

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