Il prossimo 30 aprile si andrà al Mimit per affrontare la questione Vibac di Termoli
Il Mimit costituisce l’ultima spiaggia per il programma salva operai della Vibac di Termoli.
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Il Mimit costituisce l’ultima spiaggia per il programma salva operai della Vibac di Termoli.

E anche se da più parti l’approdo sul tavolo nazionale della procedura di licenziamento collettivo per 90 operai su un totale di 139 presso l’azienda di Termoli che produce nastro adesivo per uso comune per automotive è stata salutata come necessaria e indifferibile, dall’altra parte rappresenta una sorta di fallimento di tutto quello che la Regione Molise avrebbe potuto fare ma non ha fatto, complici anche inefficienze e ritardi della macchina organizzativa.

A dirlo non è soltanto Michela Fanelli, consigliera regionale del PD, che punta il dito contro l’inerzia della Regione rispetto a una emergenza lavorativa che coinvolge ben 90 famiglie. Ne hanno preso atto gli stessi sindacati che questa mattina sono stati ricevuti a Campobasso dall’assessore Andrea di Lucente, il quale ha fatto le veci di Gianluca Cefaratti, assente perché è iniziata la maratona che dovrebbe portare all’approvazione del Bilancio regionale entro il mese di aprile.

La buona notizia è che è stata accolta una proposta partita da Massimiliano Reginella di Femca Cisl (con Filctem Cgil e Uiltec Uiluno una delle tre sigle sindacali del Coordinamento che hanno avviato lo stato di agitazione relativo a tutti e quattro gli stabilimenti italiani Vibac) che riguarda la possibilità di verificare gli estremi per la cassa integrazione in deroga per altri 12 mesi, esattamente come fatto per la ex Unilever di Pozzilli. I fondi regionali ci sono, quello che manca è la definizione di area di crisi complessa per il perimetro industriale di Termoli (che invece esiste per quello di Pozzilli dove si trova la ex Unilever), ma è una strada che si potrebbe percorrere ugualmente e che ha bisogno in via preliminare dell’accordo dell’azienda, oltre che della Regione e in ultima istanza del Ministero.

n questo modo si potrebbe finalmente attivare, nelle more della scadenza degli ammortizzatori, il famoso progetto GOL, acronimo che sta per garanzia occupabilità lavorativa, che sarebbe dovuto partire in realtà mesi fa ma che si trova ancora all’anno zero in Regione.

L’obiettivo dei sindacati è quello di ottenere tempo per ridurre gradualmente il numero di esuberi e sperare anche, nel frattempo, in una eventuale ripresa del mercato che sebbene difficile da ipotizzare non si può escludere. L’incontro di questa mattina in Regione ha quindi messo sul tavolo queste proposte che ora saranno portate a Roma dove il 30 aprile si discuterà alla presenza delle parti aziendali, di Regione, sindacati e referenti ministeriali, della vertenza che riguarda una importante fabbrica di Termoli per la quale 90 licenziamenti su un totale di 140 dipendenti significano mettere in ginocchio altrettante famiglie del territorio.

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