I faldoni sull’inchiesta che la procura di Siena sta conducendo sul Monte dei Paschi crescono giorno per giorno e si arricchiscono di sempre nuovi elementi. Per il momento i filoni di indagine sono due: il primo per aggiotaggio, manipolazione del mercato e ostacolo dell’attività di vigilanza riguarda l’acquisizione di Banca Antonveneta, mentre il secondo si concentra su operazioni in derivati come Alexandria e Santorini in seguito alla trasmissione di un fascicolo della Procura di Milano con le ipotesi di reato di truffa e appropriazione indebita.
Sembra inoltre possibile che un’altra Procura italiana possa presto scendere in campo sulla vicenda, oltre a quella del capoluogo toscano. Qui ieri, dopo l’ormai consueto vertice mattutino tra i pubblici ministeri Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso e il procuratore capo Tito Salerno, la giornata è stata monopolizzata dall’interrogatorio di Valentino Fanti, segretario del consiglio di amministrazione di Mps e attuale capo dell’area segreteria generale. Fanti, sentito dai magistrati come persona informata dei fatti e dunque senza l’assistenza di un legale, è considerato un teste chiave per l’inchiesta essendo stato a capo della segretaria generale sotto la presidenza di Giuseppe Mussari.
L’interrogatorio è durato sette ore e per il momento non si conoscono gli argomenti toccati. Nel frattempo fonti vicine al Palazzo di Giustizia fanno sapere che gli inquirenti starebbero vagliando l’opportunità di fare una rogatoria internazionale per acquisire documentazione finanziaria delBanco Santander. Il gruppo creditizio spagnolo guidato da Emilio Botin è stato infatti il venditore di Antonveneta per la cifra mostruosa di oltre 10 miliardi di euro ed è recentemente finito sotto la lente della magistratura per otto bonifici da oltre 17 miliardi usciti dalle casse del Monte in 11 mesi e diretti ad Amsterdam, Madrid e Londra. I magistrati e il Nucleo di polizia valutaria di Roma starebbero cercando di ricostruire il percorso di quei pagamenti per verificare l’ipotesi (che per il momento non trova evidenze concrete) di una maxi tangente miliardaria rientrata in Italia con lo scudo fiscale. Proprio su questo tema ieri l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti ha precisato che «certamente una quota del denaro che non si trova è assolutamente e direttamente recuperabile», perché «il meccanismo dello scudo funzionava e funziona solo limitatamente alla parte amministrativa e fiscale, dal lato penale funzionava all’opposto». Secondo Tremonti «è recuperabile una cifra enorme, 2-3 miliardi».
Sul corso delle indagini vige intanto il massimo riserbo, come ribadito ieri dal procuratore capo Salerno ai giornalisti che affollavano il Palazzo di Giustizia di Siena: «Non posso dirvi nulla, la situazione è esplosiva e incandescente, stiamo parlano del terzo gruppo bancario italiano».
Il procuratore non è entrato nei dettagli limitandosi a ribadire che i magistrati si trovano di fronte a un’inchiesta molto «complessa» e che la situazione è «fluida». La fluidità del lavoro investigativo è dimostrata peraltro dai molti filoni che spuntano giorno per giorno. Se da un lato si indaga sui pagamenti riservati ad alti dirigenti della banca attraverso l’intermediario svizzero Lutifin (articolo a pagina 3), dall’altro lato è finita sotto i riflettori una verifica fiscale sulla vendita da parte di Mps di Palazzo dei Normanni, a Roma. Questo immobile, situato vicino al Colosseo, è stato venduto dalla banca a un fondo immobiliare chiuso gestito da Mittel sgr. La trattativa si sarebbe conclusa sulla base di un prezzo concordato di 142 milioni, importo differente da quello di cui si è sempre parlato, ovvero 130 milioni. Gli inquirenti starebbero cercando di mettere in relazione quell’operazione con l’utile da 42,2 milioni riportato dalla banca nel terzo trimestre del 2011. Fonti investigative suggeriscono inoltre che l’indagine potrebbe presto allargarsi al mondo della politica e starebbe già circolando una lista di mutuatari-vip di Mps, forse a condizioni agevolate. Nel frattempo, ieri la Consob ha ascoltato il collegio sindacale di Mps sulla vicenda dei prodotti strutturati della banca. Nei prossimi giorni toccherà ai revisori dei conti e al precedente consiglio sindacale.