Il sistema finanziario secondo Andrea Sironi: la leadership europea
Andrea Sironi è un ben noto economista italiano, la cui fama va ben oltre i confini nazionali. Laureato in Economia politica presso l’Università Bocconi nel 1989, ha avuto l’onore di diventarne il rettore nel 2012, ricoprendo l’incarico fino al 2016. Ampia la sua esperienza dei sistemi e mercati finanziari esteri, ai quali ha dedicato la…

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Andrea Sironi è un ben noto economista italiano, la cui fama va ben oltre i confini nazionali. Laureato in Economia politica presso l’Università Bocconi nel 1989, ha avuto l’onore di diventarne il rettore nel 2012, ricoprendo l’incarico fino al 2016.

Ampia la sua esperienza dei sistemi e mercati finanziari esteri, ai quali ha dedicato la propria attenzione fin da giovane. Dopo la laurea, infatti, si è trasferito a Londra per lavorare come analista finanziario presso quella che è oggi la JP Morgan Chase.

Il suo percorso lo ha visto anche ricoprire il ruolo di accademico, svolgendo attività di ricerca sulla gestione dei rischi finanziari, regolamentazione e vigilanza internazionale delle istituzioni finanziarie.

Il percorso di Andrea Sironi

Innumerevoli i ruoli ricoperti nel corso degli anni, dei quali non parleremo in questa sede. Basti solo pensare che è stato membro del consiglio d’amministrazione di molte importanti banche, tra le quali Unicredit e Intesa San Paolo. Dal 2021 è inoltre presidente della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro.

Grande appassionato di vela, vive il mondo della finanza proprio come se fosse in mare aperto o in oceano. E lui sa esattamente cosa vuol dire affrontare situazioni in cui è necessario prendere decisioni in una frazione di secondo. Ha infatti compiuto due volte la traversata dell’oceano Atlantico. Per lui la vela è maestra di vita e, ha spiegato, si lascia la paura alle spalle e naviga allo stesso modo nei mari del mondo e in quelli della finanza.

Sfide per una leadership europea

Con lo sguardo sempre rivolto al futuro, l’economista Andrea Sironi ha riassunto quelle che, a suo modo di vedere, sono le quattro sfide del domani per una leadership europea. È fondamentale riuscire a superare il modello economico che ha caratterizzato il vecchio continente nell’ultimo ventennio.

Il primo passo è quello di riuscire a riconvertire un modello basato principalmente sulle esportazioni. La sfida è dunque quella della crescita, ha spiegato a Fortune Italia: “Un modello di crescita che stimola maggiormente la domanda interna aggregata, come peraltro in parte avvenuto negli ultimi due anni, quindi tramite investimenti a consumo”.

Si passa poi all’inflazione, seconda sfida che la Banca Centrale Europea sta tentando in tutti i modi di gestire al meglio. La quarta è rappresentata dall’energia. Un ambito ricco di alti e bassi e repentini cambi, influenzato da svariati fattori esterni. È importante riuscire a ridurre il differenziale con gli Stati Uniti, spiega, perché si correrebbe il rischio di spingere le imprese europee a trasferire la produzione.

L’ultima sfida è quella del debito, che negli ultimi anni è stato lasciato andare senza quasi alcun vincolo, date le crisi che il mondo ha dovuto fronteggiare. Si è dunque registrata una crescita importante del debito di tutti i Paesi europei, sia sul fronte famiglie che imprese, oltre che per l’ambito pubblico dei Governi: “Bisogna che questo problema venga affrontato con coraggio, specie in un contesto di crescita dei tassi di interesse”.

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