Il Vantaggio dei mutui legati al tasso Bce

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OTTENERE una qualche forma di prestito per un privato cittadino che si accinge a compiere il grande passo di acquistare casa, è un’impresa quasi titanica. Complici la crisi e la stretta del credito operata giocoforza e non, dagli istituti finanziari che hanno annodato il cordone della borsa. O meglio ancora chiedono forme di garanzia spesso insoddisfabili. Ma tant’è che l’unica via o almeno la più conosciuta e praticata è proprio quella di rivolgersi alla banca sotto casa.

QUANDO CI SI accinge a fare il grande passo di comprare casa, la cosa più importante nel momento in cui si va a richiedere un mutuo è quella di cercare senza fermarsi alla prima offerta, il mutuo più conveniente e che più si adatta alle nostre esigenze nonché alle nostre tasche e soprattutto al nostro profilo di rischio visto che si tratta di un impegno che mediamente dura oltre 15 anni.

MA NON TUTTI SANNO, e forse sono veramente pochi quelli che lo conoscono, che i finanziamenti a tasso variabile si possono agganciare all’indice Bce, cioè quello proprio della Banca Centrale Europea. E’ una possibilità praticamente sconosciuta, anche perché è scomparsa dalle offerte degli istituti finanziari. E oggi più che mai se ne sente la mancanza, visto che il tasso ufficiale è allo 0,75%

QUESTA OPZIONE è stata proposta a fine 2008 dal governo in carica all’interno del decreto “anticrisi” (n. 185 del 29 novembre 2008): «A partire dal 1° gennaio 2009, le banche che offrono alla clientela mutui garantiti da ipoteca per l’acquisto dell’abitazione principale devono assicurare ai medesimi clienti la possibilità di stipulare tali contratti a tasso variabile indicizzato al tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale della banca centrale europea. Il tasso complessivo applicato in tali contratti è in linea con quello praticato per le altre forme di indicizzazione».

I MUTUI COLLEGATI ai tassi BCE sono assai meno volatili di quelli il ci sottostante è agganciato all’euribor. Invece i mutui relazionati al tasso Bce, hanno un valore modificato in relazione alla politica monetaria del Vecchio Continente e per questo più stabile e meno soggetto ai contraccolpi del mercato finanziario. Al contrario, invece, dei tassi ancorati all’Euribor, calcolato sulla media dell’interesse a cui le banche europee si prestano denaro tra loro.

LO SCOPO DI molte famiglie oggi è sì quello di diminuire per quanto possibile il peso della rata finale, ma anche quello di raggiungere un elevato grado di sicurezza rispetto alla volatilità della rata. come appunto è nel caso dei mutui legati al tasso della Banca Centrale Europea

QUESTA NOVITÀ è stata accolta con molto eccitazione dai mutuatari e dalle associazioni dei consumatori che, però, fin da subito si sono resi conto che le proposte degli istituti di credito non sono affatto convenienti. E questo perche gli stessi istituti creditizi, temendo i rischi legati a un’indicizzazione diversa dall’Euribor, spingono all’insù lo spread offrendo così al cliente un tasso decisamente più alto rispetto a quello imposto per un mutuo indicizzato all’Euribor.

IN OGNI CASO comunque questa tipologia di mutui legati al tasso Bce, pur essendo convenienti per i sottoscrittori non lo sono per gli emittenti e quindi restano ai margini dell’offerta finanziaria, quasi nascosti.
SPREAD PIU’ ELEVATI. Anche se un mutuo indicizzato in base al tasso Bce è in teoria più stabile, non è infatti detto che sia il più convente. Il motivo è semplice. La legge impone alle banche solo che il tasso complessivo del mutuo ancorato ai parametri Bce sia in linea con quello praticato su altri mutui variabili. Questo dà la possibilità alle banche di applicare ai nuovi mutui spread (cioè la percentuale decisa dall’intermediario bancario e che rappresenta il suo guadagno) più alti di quelli applicati ai prestiti indicizzati all’Euribor.

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