Intesa Sanpaolo: utile trimestrale in calo a 414 milioni di euro

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Si è riunito oggi il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 30 settembre 2012. Il Gruppo nei primi nove mesi del 2012 ha conseguito risultati importanti in un contesto di mercato difficile, basati su una strategia focalizzata sulla redditività sostenibile e sul rafforzamento dello stato patrimoniale:

  • patrimonializzazione assai solida e in ulteriore miglioramento: ulteriormente rafforzati i coefficienti patrimoniali (già su livelli largamente superiori ai requisiti normativi) al 30 settembre 2012, tenendo conto dei dividendi maturati nei primi nove mesi dell’anno. Il Core Tier 1 ratio è salito all’ 11,1% dal 10,1% di fine 2011, il coefficiente EBA pro-forma al 10,3%(3) dal 10,1% dell’analisi EBA sui dati di giugno 2012, ulteriormente aumentato rispetto al requisito minimo del 9%, livello top tra le maggiori banche europee, e il common equity ratio pro-forma secondo Basilea 3 a regime al 10,5%(4) ;
  • elevata liquidità e forte capacità di funding: attività liquide per 110 miliardi di euro ed elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, pari a un livello corrispondente a una liquidità di 61 miliardi di euro, a fine settembre 2012; rispettati già oggi i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in largo anticipo sulle date previste per l’entrata in vigore (2015 e 2018, rispettivamente);
  • raccolta diretta bancaria in aumento del 4,6% rispetto a fine 2011;
  • robusto utile netto: 1.688 milioni di euro nei primi nove mesi del 2012; l’utile netto normalizzato è pari a 1.331 milioni (rispetto ai 1.665 milioni dei primi nove mesi 2011);
  • elevata crescita a doppia cifra dell’utile ante imposte: +16,5% rispetto ai primi nove mesi del 2011, nonostante la politica di accantonamenti rigorosa e prudenziale;
  • risultati positivi da tutte le business unit;
  • contributo importante e crescente del Wealth Management (5) (1.043 milioni di utile ante imposte, +88% rispetto ai nove mesi 2011);
  • forte crescita del risultato della gestione operativa: +17,8%, rispetto ai primi nove mesi del 2011, a 6,8 miliardi di euro, il risultato dei nove mesi più elevato dal 2009;
  • aumento dei proventi operativi netti: +6,9% rispetto ai primi nove mesi del 2011;
  • ulteriore riduzione dei costi operativi: -2,3% rispetto ai primi nove mesi del 2011, dopo cinque anni consecutivi di diminuzione; risparmio nominale di 155 milioni di euro, che in termini reali (al netto di inflazione e aumenti contrattuali) è pari a oltre 385 milioni;
  • elevata efficienza, con un cost/income al 49,4%, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;
  • politica di accantonamenti rigorosa e prudenziale, in un contesto di mercato di peggioramento del ciclo del credito:
    – stanziamenti a fronte dei rischi creditizi per circa 3,3 miliardi di euro nei primi nove mesi dell’anno, in crescita del 48% rispetto ai primi nove mesi del 2011, a fronte di un aumento del flusso complessivo di nuovi crediti in sofferenza e in incaglio del 33%,
    – un livello di copertura specifica dei crediti deteriorati cresciuto al 45% (normalizzando per l’effetto della cessione di sofferenze e della nuova normativa in merito ai crediti scaduti) dal 44,6% dei primi nove mesi del 2011 (media del settore bancario italiano: 37%),
    – un robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari a 2.663 milioni di euro, cresciuto a un livello prudenziale di 80 punti base rispetto ai 70 dei nove mesi 2011.
    La politica di accantonamenti rigorosa e prudenziale è dimostrata dall’ elevato tasso di recupero delle posizioni in sofferenza chiuse, pari mediamente al 149% del loro valore netto di carico nel periodo 2009 – primi nove mesi del 2012.

 

I risultati di conto economico del terzo trimestre 2012

Il conto economico consolidato del terzo trimestre 2012 registra proventi operativi netti pari a 4.443 milioni di euro, in crescita del 7,6% rispetto ai 4.131 milioni del secondo trimestre 2012 e del 16,9% rispetto ai 3.800 milioni del terzo trimestre 2011. In quest’ambito, nel terzo trimestre 2012 gli interessi netti ammontano a 2.317 milioni, in diminuzione del 4,7% rispetto ai 2.431 milioni del secondo trimestre 2012 e del 6,5% rispetto ai 2.479 milioni del terzo trimestre 2011. Le commissioni nette sono pari a 1.333 milioni di euro, con una crescita dello 0,8% rispetto ai 1.322 milioni del secondo trimestre 2012. In dettaglio, si registra un aumento del 5,6% delle commissioni da attività bancaria commerciale e del 2,9% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,…), nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli cresce del 12,6%, quella relativa al risparmio gestito sale del 3,3% e quella relativa ai prodotti assicurativi scende del 5,1%; mentre si registra una diminuzione del 5,7% delle commissioni su finanziamenti concessi.

Le commissioni nette del terzo trimestre 2012 sono in crescita dello 0,8% anche rispetto ai 1.322 milioni del terzo trimestre 2011. In dettaglio, si registra un aumento del 4,4% per le commissioni da attività bancaria commerciale e dell’ 1,8% per quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito l’apporto da intermediazione e collocamento di titoli cresce del 19,5%, quello da risparmio gestito scende del 3,1% e quello da prodotti assicurativi sale dell’ 1,4%; mentre si registra una diminuzione del 12,2% delle commissioni su finanziamenti concessi. Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 623 milioni di euro (comprensivi di 327 milioni di plusvalenza derivante dal buy back di propri titoli subordinati e senior) rispetto ai 161 milioni del secondo trimestre 2012 (che includevano 94 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione dell’interessenza in London Stock Exchange), con la componente relativa alla clientela che si attesta a 66 milioni rispetto a 65 milioni, quella di capital markets e attività finanziarie AFS che flette a 66 milioni da 89 milioni (inclusivi dei predetti 94 milioni di plusvalenza da cessione), quella dell’attività di proprietary trading e tesoreria che sale a 441 milioni (comprensivi dei predetti 327 milioni di plusvalenza da buy back) da 2 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che aumenta a 50 milioni da 5 milioni.

Il risultato dell’attività di negoziazione di 623 milioni del terzo trimestre 2012 si confronta con un saldo negativo di 74 milioni del terzo trimestre 2011, trimestre in cui l’apporto della componente relativa alla clientela era stato di 87 milioni, quello della componente di capital markets e attività finanziarie AFS negativo per 22 milioni, quello dell’attività di proprietary trading e tesoreria negativo per 119 milioni e quello dei prodotti strutturati di credito negativo per 20 milioni. Senza la riclassificazione IAS – effettuata in anni passati – di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del terzo trimestre 2012 pari a 39 milioni.

Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 216 milioni di euro, rispetto ai 195 milioni del secondo trimestre 2012 e ai 50 milioni del terzo trimestre 2011.

Gli oneri operativi ammontano a 2.166 milioni di euro, con una diminuzione del 3,4% rispetto ai 2.243 milioni del secondo trimestre 2012 a seguito di una riduzione del 4,3% per le spese del personale e del 3,3% per le spese amministrative e di un aumento del 3,2% per gli ammortamenti. Rispetto ai 2.235 milioni del terzo trimestre 2011, si registra una diminuzione del 3,1%, conseguente a una riduzione del 2,2% per le spese del personale e del 5,5% per le spese amministrative e a un aumento dello 0,6% per gli ammortamenti.

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 2.277 milioni di euro, in crescita del 20,6% rispetto ai 1.888 milioni del secondo trimestre 2012 e del 45,5% rispetto ai 1.565 milioni del terzo trimestre 2011, con un cost/income ratio nel terzo trimestre 2012 al 48,8% (52,6% se si escludesse la plusvalenza derivante dal buy back di propri titoli subordinati e senior) rispetto al 54,3% del secondo trimestre 2012 e al 58,8% del terzo trimestre 2011.

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 1.310 milioni di euro, rispetto ai 1.155 milioni del secondo trimestre 2012 e ai 1.348 milioni del terzo trimestre 2011. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 69 milioni, rispetto ai 34 milioni del secondo trimestre 2012 e ai 18 milioni del terzo trimestre 2011; le rettifiche nette su crediti sono pari a 1.198 milioni, rispetto ai 1.082 milioni del secondo trimestre e ai 695 milioni del terzo trimestre 2011; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 43 milioni, rispetto ai 39 milioni del secondo trimestre 2012 e ai 635 milioni del terzo trimestre 2011 (comprendenti 593 milioni di svalutazione di titoli governativi greci).

La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo negativo di 5 milioni, rispetto a quello negativo di 2 milioni del secondo trimestre 2012 e a quello positivo di 7 milioni del terzo trimestre 2011. Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 962 milioni di euro, in crescita del 31,6% rispetto ai 731 milioni del secondo trimestre 2012 e circa il quadruplo dei 224 milioni del terzo trimestre 2011.

L’utile netto consolidato è pari a 414 milioni di euro, rispetto ai 470 milioni del secondo trimestre 2012 (che comprendevano un beneficio fiscale di 173 milioni, connesso al rimborso della deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro dall’imponibile IRES) e ai 527 milioni del terzo trimestre 2011 (che comprendevano da un lato 1.100 milioni di beneficio fiscale, derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento di attività immateriali, e dell’altro 483 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo al netto d’imposta), dopo la contabilizzazione di:
– imposte per 454 milioni di euro;
– oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 11 milioni;
– oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 71 milioni;
– una quota di pertinenza di terzi per 12 milioni.

Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto normalizzato nel terzo trimestre 2012 è pari a 292 milioni di euro, rispetto ai 289 milioni del secondo trimestre 2012 e ai 431 milioni del terzo trimestre 2011.

I risultati di conto economico dei primi nove mesi del 2012

Il conto economico consolidato dei primi nove mesi del 2012 registra proventi operativi netti pari a 13.387 milioni di euro, in crescita del 6,9% rispetto ai 12.520 milioni dei primi nove mesi del 2011.

In quest’ambito, nei primi nove mesi del 2012 gli interessi netti ammontano a 7.249 milioni, in aumento dello 0,1% rispetto ai 7.239 milioni dei primi nove mesi del 2011.

Le commissioni nette sono pari a 3.972 milioni di euro, con una flessione del 3,8% rispetto ai 4.127 milioni dei primi nove mesi del 2011. In dettaglio, si registra un aumento del 2% delle commissioni da attività bancaria commerciale e una diminuzione del 7% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,…), nel cui ambito la componente relativa ai prodotti assicurativi cala del 12,9%, quella relativa al risparmio gestito scende dell’ 8,7% e quella relativa a intermediazione e collocamento di titoli sale del 7,3%; si registra inoltre una diminuzione dell’ 8,1% delle commissioni su finanziamenti concessi. Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 1.500 milioni di euro (che includono 695 milioni di plusvalenze complessive derivanti dal buy back di propri titoli subordinati e senior e dalla cessione dell’interessenza in London Stock Exchange), rispetto ai 747 milioni dei primi nove mesi del 2011 (che comprendevano 426 milioni di plusvalenze complessive derivanti dalle cessioni delle quote in Prada e Findomestic), con la componente relativa alla clientela che flette a 245 milioni rispetto a 276 milioni, quella di capital markets e attività finanziarie AFS che diminuisce a 257 milioni da 440 milioni (comprensivi delle predette plusvalenze Prada e Findomestic), quella dell’attività di proprietary trading e tesoreria che aumenta a 923 milioni (comprensivi delle predette plusvalenze da buy back e London Stock Exchange) da 14 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che sale a 75 milioni da 17 milioni. Senza la riclassificazione IAS – effettuata in anni passati – di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione dei primi nove mesi del 2012 pari a 100 milioni. Il risultato dell’attività assicurativa è pari a 669 milioni di euro rispetto ai 335 milioni dei primi nove mesi del 2011. Gli oneri operativi ammontano a 6.616 milioni di euro, con una riduzione del 2,3% rispetto ai 6.771 milioni dei primi nove mesi del 2011, a seguito di una diminuzione dell’ 1,6% per le spese del personale e del 4,4% per le spese amministrative e di un aumento del 2,4% per gli ammortamenti.

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 6.771 milioni di euro, in crescita del 17,8% rispetto ai 5.749 milioni dei primi nove mesi del 2011, con un cost/income ratio nei primi nove mesi del 2012 in miglioramento al 49,4% dal 54,1% dei primi nove mesi del 2011 (al 52,1% dal 56% se si escludessero le predette plusvalenze da buy back e cessione di interessenze).

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 3.534 milioni di euro, rispetto ai 3.021 milioni dei primi nove mesi del 2011. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 140 milioni, rispetto ai 112 milioni dei primi nove mesi del 2011; le rettifiche nette su crediti sono pari a 3.253 milioni, rispetto ai 2.200 milioni dei primi nove mesi del 2011; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 141 milioni (comprendenti 29 milioni di svalutazione di titoli governativi greci), rispetto ai 709 milioni dei primi nove mesi del 2011 (comprendenti 618 milioni di svalutazione di titoli governativi greci). La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo negativo di 13 milioni, rispetto a quello positivo di 40 milioni dei primi nove mesi del 2011. Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 3.224 milioni di euro, in crescita del 16,5% rispetto ai 2.768 milioni dei primi nove mesi del 2011.

L’utile netto consolidato è pari a 1.688 milioni di euro, in diminuzione del 12,5% rispetto ai 1.929 milioni dei primi nove mesi del 2011 (che comprendevano da un lato 1.100 milioni di beneficio fiscale, derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento di attività immateriali, e dell’altro 499 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo al netto d’imposta), dopo la contabilizzazione di:
– imposte per 1.232 milioni di euro (comprendenti 173 milioni di beneficio fiscale connesso al rimborso della deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro dall’imponibile IRES);
– oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 35 milioni;
– oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 220 milioni;
– una quota di pertinenza di terzi per 49 milioni.

Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, l’utile netto normalizzato nei primi nove mesi del 2012 è pari a 1.331 milioni di euro, rispetto ai 1.665 milioni dei primi nove mesi del 2011.

Lo stato patrimoniale al 30 settembre 2012

Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 settembre 2012 i crediti verso la clientela sono pari a 375 miliardi di euro, in flessione dello 0,5% rispetto al 31 dicembre 2011 e dell’ 1,7% rispetto al 30 settembre 2011 (in flessione del 3,3% se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo, principalmente a seguito della contrazione dei crediti alle grandissime imprese). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) ammonta – al netto delle rettifiche di valore – a 27.266 milioni di euro, in aumento del 20,1% rispetto ai 22.696 milioni del 31 dicembre 2011. In quest’ambito, i crediti in sofferenza crescono a 10.689 milioni di euro rispetto ai 8.998 milioni del 31 dicembre 2011 (nel primo trimestre 2012 erano stati ceduti pro-soluto 1.640 milioni di sofferenze lorde a un prezzo – pari al loro valore netto di carico – di circa 270 milioni), con un’incidenza sui crediti complessivi pari al 2,9% (2,4% al 31 dicembre 2011) e un grado di copertura del 61% (leggermente diminuito anche per effetto della cessione rispetto al 64% di fine 2011).

Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie reali e personali relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse è pari al 124%. Gli incagli salgono a 10.586 milioni di euro da 9.126 milioni di dicembre 2011, i ristrutturati scendono a 3.107 milioni da 3.425 milioni di fine 2011 e i crediti scaduti/sconfinanti aumentano a 2.884 milioni di euro da 1.147 milioni di fine 2011, questi ultimi a seguito delle modifiche normative dei criteri di classificazione ( oltre i 90 giorni rispetto agli oltre 180 giorni considerati fino al 31 dicembre 2011). Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 789 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), in crescita del 3% rispetto al 31 dicembre 2011 e dell’ 1,3% rispetto al 30 settembre 2011.

Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria ammonta a 376 miliardi, con un aumento del 4,6% rispetto al 31 dicembre 2011 e dell’ 1,2% rispetto al 30 settembre 2011, e il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 80 miliardi, in aumento dell’ 8,7% rispetto al 31 dicembre 2011 e del 5,5% rispetto al 30 settembre 2011; la raccolta indiretta raggiunge i 412 miliardi, in crescita dell’ 1,6% rispetto a fine 2011 e dell’ 1,3% rispetto a fine settembre 2011. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 227 miliardi, in aumento del 2,5% rispetto al 31 dicembre 2011 e dell’ 1,3% rispetto al 30 settembre 2011; la nuova produzione vita nei primi nove mesi del 2012 ammonta a 8,4 miliardi di euro (-12,8% rispetto ai primi nove mesi del 2011). La raccolta amministrata raggiunge i 185 miliardi, in aumento dello 0,6% rispetto al 31 dicembre 2011 e dell’ 1,4% rispetto al 30 settembre 2011.

I coefficienti patrimoniali al 30 settembre 2012 risultano – applicando le regole di Basilea 2 foundation e i modelli interni ai mutui residenziali e al portafoglio corporate (con floor all’85%) e deducendo il valore nominale delle azioni di risparmio – pari all’ 11,1% per il Core Tier 1 ratio (10,1% al 31 dicembre 2011), all’ 11,9% per il Tier 1 ratio (11,5% a fine 2011) e al 14,4% per il coefficiente patrimoniale totale (14,3% a fine 2011). Tali coefficienti sono calcolati tenendo conto dei dividendi maturati nei primi nove mesi per l’esercizio 2012, assumendo come tali il 75% degli 822 milioni di euro distribuiti dalle riserve nel 2012 per l’esercizio 2011. Le informazioni attualmente disponibili portano a una stima del common equity ratio proforma del Gruppo secondo Basilea 3 a regime pari al 10,5%, applicando i parametri indicati per il 2019 ai dati di bilancio del 30 settembre 2012, con effetti sui coefficienti patrimoniali nell’ordine di:
– 2,1 miliardi di euro di deduzioni totali dal common equity, nell’ipotesi di deduzione della partecipazione detenuta in Banca d’Italia e considerando l’assorbimento delle imposte differite attive (DTA) previsto prima dell’entrata a regime di Basilea 3,
– 12 miliardi di euro aggiuntivi di RWA relativi a DTA e investimenti bancari, finanziari e assicurativi non portati in deduzione perché rientranti nella franchigia,
– 2,5 miliardi di euro aggiuntivi di RWA riguardanti DTA incluse nei rischi con ponderazione al 100% (relative a rettifiche su crediti e affrancamento delle attività immateriali),
– 5,9 miliardi di euro aggiuntivi di RWA derivanti da rischi di controparte;
con un conseguente impatto complessivo stimato sul Core Tier 1 ratio nell’ordine di 130 centesimi di punto (l’impatto effettivo è soggetto all’implementazione della regolamentazione in materia). L’impatto si riduce a circa 60 centesimi di punto considerando il beneficio derivante dalle azioni di ottimizzazione di fonti e fabbisogni di capitale e l’assorbimento dello shock sul rischio sovrano.

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Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, i cui punti di forza – oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali – sono costituiti da: robusta liquidità: – elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, pari a un livello corrispondente a una liquidità di 61 miliardi di euro a fine settembre 2012; le operazioni di finanziamento poste in essere con BCE per ottimizzare il costo del funding erano pari a 36 miliardi a fine settembre 2012, interamente costituite da LTRO con scadenza a 3 anni, – elevato ammontare di attività liquide (costituite da attivi stanziabili disponibili e attivi stanziabili dati a collaterale), pari a 110 miliardi di euro a fine settembre 2012, – fonti di raccolta stabili e ben diversificate, con raccolta diretta – bancaria – da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per quasi l’ 80% dalla componente retail, – ad oggi, è già stata effettuata raccolta a medio-lungo termine superiore all’ammontare in scadenza nell’intero anno, con circa 23 miliardi di euro collocati, di cui circa 14 miliardi relativi alla componente retail, – nei primi dieci mesi dell’anno sono stati collocati sui mercati internazionali eurobond per 6 miliardi di euro e covered bond per 1 miliardo di euro, con una domanda complessiva, per il 75% estera, che ha superato il target di emissione del 180%; leverage contenuto e adeguata patrimonializzazione: – leverage molto più basso e un rapporto tra patrimonio netto tangibile e attivo tangibile tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei, – coefficiente EBA pro-forma al 30 settembre 2012 pari al 10,3%(7), rispetto al 10,1% risultante dall’analisi condotta dall’EBA sull’adeguatezza patrimoniale delle banche europee – con riferimento ai dati di fine giugno 2012 – e al requisito minimo richiesto del 9%; basso profilo di rischio: – a fine settembre 2012, il portafoglio titoli di proprietà del Gruppo includeva titoli governativi (emessi da amministrazioni centrali e locali) greci per 12 milioni di euro, irlandesi per 132 milioni e portoghesi per 2 85 milioni. * * * Il Gruppo ha un’esposizione lorda e netta al rischio verso prodotti strutturati di credito con sottostanti attività US Subprime per 12 milioni di euro al 30 settembre 2012. Un’informativa completa e dettagliata in merito ai prodotti strutturati di credito detenuti dal Gruppo viene riportata – come di consueto – nel resoconto approvato dal Consiglio di Gestione. * * * Al 30 settembre 2012, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 7.027 sportelli bancari – di cui 5.468 in Italia e 1.559 all’estero – con 97.144 dipendenti. * * * I risultati per area di Business La Divisione Corporate e Investment Banking comprende: – Large Corporate Italia, cui compete la relazione con i grandi gruppi italiani (imprese prevalentemente con fatturato superiore a 500 milioni di euro); – Mid Corporate, cui compete la relazione con le imprese italiane con fatturato superiore a 150 milioni e prevalentemente fino a 500 milioni; – Direzione Internazionale, cui compete la relazione con la clientela corporate estera ed è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Société Européenne de Banque e Intesa Sanpaolo Bank Ireland), nonché l’assistenza specialistica per il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende italiane e per il sostegno all’export; – Global Banking & Transaction, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie italiane ed estere, la gestione dei servizi transazionali nell’ambito dei sistemi di pagamento, nonché la custodia e il regolamento di titoli prevalentemente italiani (local custody); – Banca IMI, deputata all’attività di investment banking, ossia di realizzazione di prodotti di finanza strutturata e di consulenza nel campo del M&A per la clientela del Gruppo, e a quella di capital markets per i clienti del Gruppo e gli operatori istituzionali nelle attività di market making; – Merchant Banking, che opera nel comparto del private equity anche tramite le società Private Equity International (PEI) e IMI Investimenti. – Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo, operante nel public finance, che ha il compito di servire la clientela Stato, enti pubblici, enti locali, università, public utilities, general contractor e sanità pubblica e privata. Nel perimetro della Divisione rientrano inoltre l’attività di Leasint, Centro Leasing, Mediofactoring e quella di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo. La Divisione Corporate e Investment Banking nel terzo trimestre 2012 registra: – proventi operativi netti per 958 milioni di euro, in diminuzione del 10,2% rispetto ai 1.066 milioni del secondo trimestre 2012; – oneri operativi per 238 milioni, in calo del 5,4% rispetto ai 251 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato della gestione operativa di 720 milioni, in diminuzione dell’ 11,6% rispetto agli 815 milioni del secondo trimestre 2012; – un cost/income ratio al 24,8%, rispetto al 23,5% del secondo trimestre 2012; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 376 milioni rispetto ai 337 milioni del secondo trimestre 2012 ; – un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nullo, rispetto a quello positivo per 8 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 345 milioni, in diminuzione del 29% rispetto ai 485 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato netto pari a 233 milioni, in diminuzione del 36,7% rispetto ai 368 milioni del secondo trimestre 2012. La Divisione Corporate e Investment Banking nei primi nove mesi del 2012 registra: – proventi operativi netti per 3.214 milioni di euro, pari a circa il 24% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (25% nei primi nove mesi del 2011), in aumento del 2,4% rispetto ai 3.139 milioni dei primi nove mesi del 2011; – oneri operativi per 738 milioni, in crescita del 3,2% rispetto ai 715 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato della gestione operativa di 2.476 milioni, in aumento del 2,1% rispetto ai 2.424 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un cost/income ratio al 23%, rispetto al 22,8% dei primi nove mesi del 2011; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 940 milioni rispetto agli 843milioni dei primi nove mesi del 2011 ; – un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nullo, rispetto a quello negativo per 141 milioni dei primi nove mesi del 2011 (che includeva 132 milioni di impairment della partecipazione in Telco); – un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 1.536 milioni, in crescita del 6,7% rispetto ai 1.440 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato netto pari a 1.065 milioni, in aumento del 18,3% rispetto ai 900 milioni dei primi nove mesi del 2011. La Divisione Banca dei Territori include: – clientela Privati, costituita da famiglie (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro), personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro), small business (piccole imprese con fatturato inferiore a 2,5 milioni e con accordato inferiore a un milione di euro); – clientela Imprese, costituta da aziende con volume d’affari compreso tra 2,5 e 150 milioni; – clientela Private, costituita da clienti privati con attività finanziarie per oltre un milione di euro. Nella Divisione sono inoltre incluse Intesa Sanpaolo Private Banking, la società del Gruppo dedicata alla clientela Private, Banca Prossima, che opera – attraverso le filiali del Gruppo con presidi locali e specialisti dedicati – al servizio degli enti nonprofit, e società prodotto quali Mediocredito Italiano, specializzata nel credito industriale, Intesa Sanpaolo Vita e Intesa Sanpaolo Previdenza, operanti nel comparto assicurativo e previdenziale, la società fiduciaria SIREFID, Moneta e Neos
Finance, specializzate nel credito al consumo, e Setefi, specializzata nella gestione dei pagamenti elettronici. La Divisione Banca dei Territori nel terzo trimestre 2012 registra: – proventi operativi netti per 2.527 milioni di euro, in crescita dello 0,5% rispetto ai 2.516 milioni del secondo trimestre 2012; – oneri operativi per 1.353 milioni, in calo del 4% rispetto ai 1.409 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato della gestione operativa di 1.174 milioni, in aumento del 6,1% rispetto ai 1.107 milioni del secondo trimestre 2012; – un cost/income ratio in miglioramento al 53,5%, dal 56% del secondo trimestre 2012; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 701 milioni rispetto ai 581 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 472 milioni, in diminuzione del 10,1% rispetto ai 525 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato netto pari a 190 milioni, in calo del 47,3% rispetto ai 360 milioni del secondo trimestre 2012, ma solo del 4,4% se si esclude l’effetto del beneficio fiscale nel secondo trimestre 2012. La Divisione Banca dei Territori nei primi nove mesi del 2012 registra: – proventi operativi netti per 7.551 milioni di euro, pari a circa il 56% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (57% nei primi nove mesi del 2011), in crescita del 6,1% rispetto ai 7.120 milioni dei primi nove mesi del 2011; – oneri operativi per 4.157 milioni, in diminuzione del 3,2% rispetto ai 4.293milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato della gestione operativa di 3.394 milioni, in crescita del 20,1% rispetto ai 2.827 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un cost/income ratio in miglioramento al 55,1%, dal 60,3% dei primi nove mesi del 2011; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 1.873 milioni rispetto ai 1.605 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.521 milioni, in crescita del 24,5% rispetto ai 1.222 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato netto pari a 769 milioni rispetto ai 56 milioni dei primi nove mesi del 2011. Eurizon Capital è la società, che si avvale di una collaborazione sempre più efficace con la Divisione Banca dei Territori, dedicata a fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo e individuale alle reti bancarie interne al Gruppo, nonché a sviluppare la presenza nel segmento dell’ “architettura aperta” attraverso specifici accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital (Lussemburgo), specializzata nella gestione di fondi comuni lussemburghesi a basso tracking error, e Epsilon Associati, specializzata nella gestione di prodotti strutturati e di fondi comuni tramite metodologie quantitative e controllata al 51% da Eurizon Capital e per il restante 49% da Banca IMI, e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management. Eurizon Capital nel terzo trimestre 2012 registra: – proventi operativi netti per 64 milioni di euro, in flessione del 3,5% rispetto ai 67 milioni del secondo trimestre 2012; – oneri operativi per 25 milioni, in calo del 10,2% rispetto ai 28 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato della gestione operativa di 39 milioni, in linea con il secondo trimestre 2012; – un cost/income ratio in miglioramento al 39,1% dal 41,8% del secondo trimestre 2012; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 2 milioni, analogo a quello del secondo trimestre 2012; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 38 milioni, in crescita dell’ 1,8% rispetto ai 37 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato netto di 21 milioni, in linea con il secondo trimestre 2012. Eurizon Capital nei primi nove mesi del 2012 registra: – proventi operativi netti per 193 milioni di euro, pari a circa l’ 1% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (2% nei primi nove mesi del 2011), in flessione del 3% rispetto ai 199 milioni dei primi nove mesi del 2011; – oneri operativi per 82 milioni, in calo dell’ 11,8% rispetto ai 93 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato della gestione operativa di 111 milioni, in aumento del 4,7% rispetto ai 106 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un cost/income ratio in miglioramento al 42,5% dal 46,7% dei primi nove mesi del 2011; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 3 milioni rispetto al dato nullo dei primi nove mesi del 2011; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 108 milioni, in crescita dell’ 1,9% rispetto ai 106 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato netto di 59 milioni, in aumento del 9,3% rispetto ai 54 milioni dei primi nove mesi del 2011. La Divisione Banche Estere presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail; è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione è strutturata in tre Direzioni, a presidio dei diversi ambiti geografici in cui opera: i) la Direzione Area Banche SEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Sud Orientale, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania, Intesa Sanpaolo Bank Romania e Banca CR Firenze Romania; ii) la Direzione Area Banche CEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Centro Orientale, Banka Koper in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia, CIB Bank in Ungheria; iii) la Direzione Aree Banche CIS e South Mediterranean, cui fanno capo le controllate Banca Intesa nella Federazione Russa, Pravex-Bank in Ucraina e Bank of Alexandria in Egitto. La Divisione Banche Estere nel terzo trimestre 2012 registra: – proventi operativi netti per 540 milioni di euro, in flessione dello 0,9% rispetto ai 545 milioni del secondo trimestre 2012; – oneri operativi per 295 milioni, in aumento del 2,1% rispetto ai 289 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato della gestione operativa di 245 milioni, in diminuzione del 4,3% rispetto ai 255 milioni del secondo trimestre 2012; – un cost/income ratio al 54,6%, rispetto al 53% del secondo trimestre 2012; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 195 milioni, rispetto ai 168 milioni del secondo trimestre 2012; – un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nullo, rispetto a quello positivo per 1 milione del secondo trimestre 2012; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 50 milioni, in diminuzione del 43,3% rispetto agli 88 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato netto di 5 milioni rispetto ai 29 milioni del secondo trimestre 2012. La Divisione Banche Estere nei primi nove mesi del 2012 registra: – proventi operativi netti per 1.633 milioni di euro, pari a circa il 12% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (14% nei primi nove mesi del 2011), in diminuzione dell’ 8,5% rispetto ai 1.784 milioni dei primi nove mesi del 2011; – oneri operativi per 872 milioni, in aumento dell’ 1,4% rispetto agli 860 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato della gestione operativa di 761 milioni, in diminuzione del 17,6% rispetto ai 924 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un cost/income ratio al 53,4%, rispetto al 48,2% dei primi nove mesi del 2011; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 576 milioni, rispetto ai 459 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un
saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti positivo per 2 milioni, rispetto a quello positivo per 5 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 187 milioni, in diminuzione del 60,2% rispetto ai 470 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato netto di 58 milioni rispetto ai 344 milioni dei primi nove mesi del 2011. Banca Fideuram, che svolge attività di asset gathering tramite la propria rete di private bankers al servizio della clientela con un potenziale di risparmio medio/alto e la cui operatività include Fideuram Vita, nel terzo trimestre 2012 registra: – proventi operativi netti per 245 milioni di euro, in crescita del 40,5% rispetto ai 174 milioni del secondo trimestre 2012; – oneri operativi per 86 milioni, in aumento dell’ 1,7% rispetto agli 84 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato della gestione operativa di 159 milioni, in crescita del 76,9% rispetto ai 90 milioni del secondo trimestre 2012; – un cost/income ratio in miglioramento al 35,1%, dal 48,3% del secondo trimestre 2012; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 42 milioni, rispetto ai 22 milioni del secondo trimestre 2012; – un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti negativo per 10 milioni, rispetto a quello nullo del secondo trimestre 2012; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 107 milioni, in crescita del 56% rispetto ai 69 milioni del secondo trimestre 2012; – un risultato netto di 55 milioni rispetto ai 6 milioni del secondo trimestre 2012. Banca Fideuram, nei primi nove mesi del 2012 registra: – proventi operativi netti per 641 milioni di euro, pari a circa il 5% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto ai primi nove mesi del 2011), in crescita del 9% rispetto ai 588 milioni dei primi nove mesi del 2011; – oneri operativi per 255 milioni, in diminuzione del 3,8% rispetto ai 265 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato della gestione operativa di 386 milioni, in aumento del 19,5% rispetto ai 323 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un cost/income ratio in miglioramento al 39,8% dal 45,1% dei primi nove mesi del 2011; – un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 90 milioni, rispetto ai 135 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti negativo per 10 milioni, rispetto a quello positivo per 7 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato corrente al lordo delle imposte di 286 milioni, in crescita del 46,7% rispetto ai 195 milioni dei primi nove mesi del 2011; – un risultato netto di 120 milioni, in aumento del 73,9% rispetto ai 69 milioni dei primi nove mesi del 2011. Le prospettive per l’esercizio in corso Anche nell’ultimo trimestre dell’anno rimarrà prioritario per il Gruppo Intesa Sanpaolo preservare il carattere di sostenibilità dei risultati da conseguire. Oltre agli obiettivi reddituali, grande attenzione sarà prestata al rafforzamento della solidità patrimoniale e al miglioramento del profilo di rischio e di liquidità. La creazione di valore continuerà a rappresentare il principale criterio per indirizzare la liquidità verso le migliori forme di impiego. Verranno potenziati i sistemi di gestione dei rischi e costantemente presidiati l’efficienza e la produttività del Gruppo. Le azioni di repricing, iniziate nel 2011 e proseguite nel 2012, consentiranno di contenere le ripercussioni dello sfavorevole contesto atteso sui tassi di mercato nell’ultimo trimestre dell’anno. Lo stretto controllo dei costi permetterà di contrastare gli effetti indotti dall’inflazione e dagli automatismi. Il costo del credito rimarrà elevato, benché sotto controllo. Alla luce di tali elementi è verosimile attendersi una sostanziale stabilità della redditività operativa, al netto delle componenti non ricorrenti del 2011.

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