Ivass e Consob vogliono veder chiaro sull’improvvisa defenestrazione di Alberto Minali al vertice di Cattolica Assicurazioni

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Caso Cattolica fra le assicurazioni Ivass e Consob non ritengono sufficiente la nota con la quale il board di Cattolica Assicurazioni tolse all’improvviso le deleghe operative all’amministratore delegato, spiegando che si erano manifestate divergenze, malgrado Minali avesse presentato il miglior bilancio degli ultimi 10 anni e malgrado avesse saputo attirare investitori internazionali del calibro di Warren Buffett.

Al di là di gelosie personali, il punto focale è parso l’ipotetica trasformazione della società cooperativa in spa, in linea con la governance di tutte le altre società che liberamente hanno deciso di quotarsi in Borsa, ma Minali ha sempre negato di aver manovrato per arrivare alla spa, che tra l’altro avrebbe avuto bisogno di un voto assembleare, dove – come in tutte le società cooperative – si vota per testa, a prescindere dall’entità del possesso azionario.

Il successore di Minali alla guida di Cattolica, Carlo Ferraresi, ha assicurato che la compagnia non cambierà linea e proseguirà nell’attuazione del piano di rilancio preparato da Minali, ma questo non sembra bastare alle due Authority, che potrebbero emanare una raccomandazione al Parlamento e al Governo perché, sulla scia di quanto realizzato nella riforma delle banche popolari, si provveda ad allineare alle altre società di Borsa la governance delle società di assicurazione, che sono ancora cooperative ma che, come nel caso di Cattolica, hanno autonomamente deciso di rivolgersi al mercato dei capitali o addirittura di quotarsi in Borsa.

Forse è proprio guardando al futuro che la Norges Bank, uno dei più importanti investitori istituzionali del mondo, ha deciso di aumentare la propria partecipazione azionaria in Cattolica salendo oltre il 3%.

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