Kerviel condannato a tre anni di carcere e a maxi-risarcimento

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Jérome Kerviel, l’ex trader della Société Générale diventato simbolo della finanza folle, quella dei trentenni senza limiti e senza regole, ha cercato di rilanciare alzando la posta. Ma ha perso. La corte d’appello di Parigi lo ha condannato a cinque anni, tre dei quali in carcere, e al rimborso dei 4,9 miliardi che la banca ha perso a causa sua nel 2008 (e che ovviamente Kerviel non potrà mai pagare). Una sentenza che conferma in pieno quella di primo grado del 2010. Per il momento l’ex trader truffatore non andrà però in prigione, in attesa che si pronunci anche Cassazione, alla quale è stato già presentato ricorso.
Kerviel, i lettori lo ricorderanno, era stato arrestato all’inizio del 2008 (allora aveva 31 anni) con l’accusa di aver preso posizioni su contratti a termine per circa 50 miliardi, coprendosi con operazioni fittizie e rispondendo alle richieste di chiarimenti sulle sue attività da parte dei superiori con informazioni false.
Pur avendo riconosciuto di aver perduto il senso della realtà e di aver mentito, Kerviel ha cercato fin dall’inizio di scaricare parte della responsabilità sulla banca, che a suo parere era al corrente di quanto stava avvenendo ma aveva preferito tacere visto che fino ad allora il suo lavoro era stato costellato di successi.
Tesi che non era però riuscito a dimostrare e che quindi non aveva convinto i giudici. Anche se SocGen era stata condannata dalla Commissione bancaria a una multa di 4 milioni per l’inadeguatezza dei suoi sistemi di controllo. E a molti osservatori era sembrato in effetti improbabile che la banca non si fosse accorta per tempo dei pericoli che stava correndo.
In vista del processo di appello Kerviel ha cambiato avvocato, affidandosi al più mondano David Koubbi, e strategia. Tentando il tutto per tutto, ha cercato di convincere la corte dell’esistenza, all’interno della banca, di un «desk» segreto incaricato delle operazioni ad altissimo rischio, di cui lui faceva appunto parte. E della volontà di SocGen di far esplodere il caso Kerviel per mascherare le colossali perdite sul mercato americano dei subprime.
Ma Koubbi non ha esibito alcuna prova a sostegno di questa tesi. E i testimoni della difesa hanno fornito racconti vaghi e poco credibili.

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