La Banca centrale svizzera ha tagliato a sorpresa i tassi 
Dopo un avvio brillante, si raffredda un po’ l’entusiasmo delle Borse europee, con il dato sull’andamento dell’attività manifatturiera dell’Eurozona che ha deluso le attese.
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Dopo un avvio brillante, si raffredda un po’ l’entusiasmo delle Borse europee, con il dato sull’andamento dell’attività manifatturiera dell’Eurozona che ha deluso le attese. Gli indici restano comunque in territorio positivo, dopo che la Fed ha confermato i tassi di interesse e le prospettive di tre tagli nel corso dell’anno, il primo a giugno (quando dovrebbe agire nello stesso senso anche la Bce), pur con stime di inflazione e crescita riviste al rialzo.

Intanto, la Banca centrale svizzera, prima tra le big, ha tagliato a sorpresa i tassi di 25 punti base all’1,5%, con la prima riduzione in nove anni. La decisione è giunta inattesa, visto che la maggior parte degli analisti si aspettava che i tassi restassero fermi all’1,75%. Nessuna sorpresa invece dalla Bank of England, che ha lasciato il costo del denaro fermo al 5,25%.

Così sulla scia dei record di Wall Street e con l’Asia in forte rialzo (chiusura record per il Nikkei), il FTSE MIB +0,17%  di Milano si consolida sopra 34.000 punti e salgono anche il CAC 40 -0,11%  di Parigi, il DAX 40 +0,44%  di Francoforte, l’IBEX 35 +1,06%  di Madrid, l’AEX +1,32% di Amsterdam e il FTSE 100 +1,22%  di Londra.

Oro nuovo record, sopra 2.200 $ per prima volta

Nuovo balzo dell’oro che vola a nuovo record e supera per la prima volta i 2.200 dollari l’oncia. Il metallo prezioso è arrivato a salire del 2,1% a 2.205,4 dollari, con il valore spot a 2.203,09 dollari. L’oro sale dopo che la Federal Reserve ha lasciato, come previsto, i tassi fermi e ha confermato di prevedere tre tagli nel corso dell’anno, con il primo probabilmente a giugno, cosa che lascia supporre che non ci sia preoccupazione per il recente rialzo dell’inflazione. L’oncia da metà febbraio si è mossa in netto rialzo, con gli investitori che si sono spostati su terreni considerati più sicuri, anche alla luce dell’acuirsi dei rischi geopolitici.

Pmi manifatturiero delude le attese

L’indice Pmi manifatturiero della zona euro a marzo è sceso a 45,7 da 46,5 di febbraio, segnando il livello più basso degli ultimi tre mesi. L’indice Pmi composito, invece, è salito a 49,9 da 49,2 del mese precedente, ai massimi da 9 mesi. L’indice Pmi servizi ha registrato un aumento a 51,1 da 50,2 di febbraio, anche in questo caso ai massimi da 9 mesi. Una lettura sopra 50 indica un’espansione dell’attività economica, al contrario sotto i 50 segnala una contrazione.

Stellantis in luce, rimbalza St dopo i cali

A Piazza Affari guida i rialzi Stmicroelectronics +2,04%  con tutto il settore dei chip dopo le previsioni forti di Micron Technology, seguita da Amplifon +0,06%  e Stellantis +1,36%  che ha registrato +11% di immatricolazioni in Europa. In coda al listino Nexi -2,80%  con gli operatori che riferiscono del collocamento con un accelerated bookbuilding di una quota di circa il 2% a 5,83 euro per azione. Riflettori sempre su Telecom Italia +0,53%  . Fuori dal listino principale, scattano i realizzi su Bioera -13,2%  dopo il rally, giù Juventus Fc -4,92%  mentre Enav +7,32%  corre dopo i numeri del 2023. Sale Mfe-Mediaforeuropementre Prosiebansat avanza del 3% a Francoforte, dopo la richiesta di separazione delle attività non core.

Euro sopra 1,09 dollari, petrolio in rialzo

Tra le materie prime, rimbalza dello 0,8% il prezzo del petrolio sia nel Brent (86,6 dollari) che nel Wti (81,92 dollari), dopo il calo inatteso delle scorte di greggio e benzina negli Usa, mentre il gas Ttf ad Amsterdam arretra dell’1,2% a 27,4 euro al MWh. Sul valutario, dollaro in calo dopo la Fed, con l’euro che recupera la soglia di 1,09 a 1,091 ma sotto i massimi (da 1,085). 
Euro/yen a 165 (da 164,59) e dollaro/yen a 151,2 (da 151,58). Bitcoin in calo dello 0,65% a 67.414 dollari.

Spread in calo, rendimento giù al 3,68%

Andamento in calo per lo spread tra BTp e bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005560948) e il pari scadenza tedesco ha avviato le contrattazioni a 125 punti base, contro i 127 punti del closing della vigilia. In calo anche il rendimento del titolo italiano a 10 anni che si attesta al 3,68%, dal 3,71% di ieri.

Tokyo chiude a massimi storici, yen debole

Seduta positiva per la Borsa di Tokyo con l’indice Nikkei che ha segnato un nuovo record di fronte al calo dello yen dopo la Banca del Giappone. All’indomani di un giorno festivo nell’arcipelago, l’indice Nikkei ha guadagnato il 2,03% a 40.815,66 punti, battendo il precedente record di inizio marzo. L’indice più ampio del Topix è salito dell’1,64% a 2.796,21 punti. Martedì la Banca del Giappone (BoJ) ha posto fine alla sua politica di tassi negativi in vigore dal 2016, un cambiamento ampiamente anticipato dal mercato, sottolineando al contempo che la sua politica monetaria sarebbe rimasta accomodante, il che ha causato il calo della valuta giapponese. Lo yen è così sceso mercoledì al suo livello più basso dal 2008 contro l’euro, e al suo livello più debole da novembre contro il dollaro, il che ha favorito gli acquisti di titoli degli esportatori giapponesi.

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