La Corea del Nord è sicuramente una dei Paesi dell’estremo oriente più segreti e misteriosi della terra
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Le informazioni che ci prevengono dal paese Nord Coreano, capeggiato oggi dal presidente Kim Jong-un, figlio del lider massimo Kim Jong-il, sono molto frammentarie e non be precise, questo grazie ai sofisticati sistemi di sicurezza e di censura interna che rendono la Corea del Nord uno dei paesi più segreti e ben controllati del pianeta, oltre che schermato per le informazioni fatta eccezione per quelle gestite direttamente dal regime.

Ed è proprio la tutela della sicurezza interna – che si configura in verità come segretezza – esercitata da tale paese, ci permette di capire come l’utilizzo delle nuove tecnologie posso, se utilizzate in modo errato solo per fini politici, di fatto possono blindare letteralmente un paese. Le più semplici liberta individuali possono essere messe a dura prova con una costante violazione della privacy e un controllo dei cittadini.

Poche popolazioni della terra, ad oggi, sono cosi ben controllate come quella del Nord Coreana.

Ma vediamo quali sono in concreto gli strumenti utilizzati, dal potere, per violare la privacy dei cittadini. Questi sono quelli che vengono chiamati come “Red Star”, tra questi va segnalato il sistema operativo desktop che il regime ha predisposto per poter controllare in modo cronologico le connessioni fatti e così imponendone l’uso in via esclusiva agli utenti Nord Coreani di fatto si tracciano tutti i contatti degli utilizzatori. Questo sistema di tracciatura già noto anche in Europa è stato però dal regime migliorato con un software super segreto.

Ovvio che gli utenti del Nord della Corea non hanno nessuna possibilità di accedere ai più comuni motori di ricerca come Google, Yahoo o semplicemente a vari social come Twitter o Facebook in molti casi questi motori di ricerca e social non sono neanche conosciuti. Il governo di Pyongyang ha bloccato ufficialmente i social network realizzando quello che molti giornali occidentali hanno definito come un e proprio “bombardamento” uni culturale di culto della personalità e di denigrazione dell’occidente.

Tra le funzioni care al regime di Kim Jong troviamo anche il cd sistema di watermarking, pensato per tracciare chi ha posseduto, creato e aperto un singolo file dalla rete e nel mirino finiscono soprattutto documenti, foto e video inseriti attraverso pennette USB o microSD card, che sono i mezzi più usati per aggirare i controlli alle frontiera e che fanno arrivare i film, le serie televisive e le notizie, quindi trasportate fisicamente e poi fruiti tramite i PC. Il sistema di controllo è così invasivo che è in grado anche di gestire in modo completamente autonomo all’interno di ogni file il seriale cifrato dell’hard disk e in tal modo risalire a tutti gli utenti che hanno avuto a che fare con quel file.

Il regime Nord Coreano è esperto anche in azioni offensive contro l’occidente ed usa armi molto sofisticate che si materializzano nelle cosiddette “cyber armi”. L’occidente, tra cui anche l’Italia che è stata oggetto di diversi cyber attacchi, scatenati più volte dal regime comunista e dati suoi esecutori materiali, i soprannominati “difensori della pace” un gruppo scelto del corpo militare Nord Coreano esperto in cyber attacco e cyber intelliget, (più comunemente possiamo definirlo hacker al servizio del regime). La conoscenza di questo gruppo scelto di esperti informatici era già nota al ministero degli interni e dai nostri 007 e di quelli di buona parte del resto del mondo. Sono venuti alla ribalta solo con l’eclatante cyber attacco ai danni degli Stati Uniti.

Quest’ultimo attacco si è concretizzato in un ingente danno noi conformi della società Sony, Multinazionale che proprio in quel periodo stava per distribuire nelle sale americane il film “The Interview”, una commedia sull’assassinio del presidente della Corea del Nord Kim Jong-un, proiezione che è stata successivamente annullata. Mail anonime, sono state inviate a tutti i media americani, ribadendo la minaccia da parte del famigerato corpo dei ‘Guardiani della Pace’, un cyber attacco che si sarebbe costituito poi in veri e propri attacchi dinamitardi alle sale cinematografiche americane, in stile “11 settembre” costringendo la multinazionale del settore a ritirare il film incriminato.

Anche l’Italia è stato oggetto di bombardamenti telematici che hanno causato non pochi problemi a molte aziende e imprese del settore e non moto tempo fa il quotidiano ‘The Guardian’ ha rivelato che la Farnesina è stata vittima di una cyber intrusione nel 2016. Le nostre autorità hanno confermato, ma si sono affrettate ad assicurare che nessun documento sensibile è stato trafugato e che in ogni caso, una volta scoperto l’hackeraggio, hanno introdotto nuovi sistemi per rafforzare la sicurezza e tra questi, i più alti vertici militari hanno annunciato l’avvio di bandi per assunzione nell’esercito di haker italiani che avranno il compito di destabilizzare i sistemi e gli attacchi informatici contro il nostro sistema di sicurezza informatica

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