La liberalizzazione divide la categoria

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Galeotto fu il decreto legge Sviluppo Bis, in particolare la norma che sancisce la possibilità per gli intermediari assicurativi di collaborare con qualsiasi altro soggetto iscritto al Registro Unico. Il fatto che gli agenti di assicurazione potranno intermediare polizze anche di compagnie concorrenti non è piaciuto a tutti. Non solo ai leader di mercato che, tramite l’Ania, si sono dichiarate fortemente contrarie al provvedimento. Anche alcuni agenti storici che operano in esclusiva hanno preso le distanze dal principale sindacato degli agenti assicurativi, lo Sna, che da tempo caldeggiava la soluzione intrapresa dal Governo con l’intento di creare concorrenza nel settore assicurativo.

Così, dopo diverse schermaglie, anche pubbliche, si è consumato il divorzio. Una spaccatura che ha avuto un’escalation con l’espulsione dallo Sna di Vincenzo Cirasola, presidente del Gruppo Agenti Generali che per un decennio circa ha ricoperto anche la carica di vice presidente dello Sna. Cirasola non ha perso tempo e il 30 novembre, insieme con altri colleghi, tra cui alcuni presidenti di gruppi agenziali, ha fondato una terza rappresentanza del settore assicurativo. Si chiama Anapa (Associazione nazionale agenti professionisti di assicurazioni) e si va ad aggiungere alle due rappresentanze sindacali già esistenti: lo Sna (Sindacato nazionale agenti di assicurazione), fondato nel 1919 che conta oggi 8mila iscritti (sui 18.945 agenti operativi in Italia a maggio 2012) e l’Unapass, ferma a mille iscritti. «La notizia della costituzione del nuovo soggetto sindacale, annunciata persino dal presidente dell’Ania durante un’audizione al Senato, rafforza le compagnie e offre all’Ania, su un piatto d’argento, una nuova debolezza – ha dichiarato Claudio Demozzi, presidente Sna –. A meno che non sia proprio questo il traguardo che si vuole raggiungere».

Di tutt’altro avviso è però Cirasola, che contesta la politica dello Sna nel dibattito sui decreti del Governo che colpiscono l’intermediazione assicurativa. «A partire dal Dl n.1/2012, convertito poi in legge, con l’introduzione del multipreventivo, di cui, sin dallo scorso febbraio, alcuni presidenti di gruppi agenti avevano chiesto l’abrogazione, reclamando una mobilitazione di massa della categoria che lo Sna si è guardato bene dal promuovere – spiega Cirasola –. La frattura definitiva però si è consumata negli ultimi mesi con ulteriori prese di posizione del sindacato intraprese senza confronto con la base associativa e i gruppi agenti». A chi gli fa notare che al plurimandato si è arrivati anche grazie alla sua azione nei circa nove anni di vicepresidenza dello Sna, ai tempi di Tristano Ghironi, Cirasola replica dicendo che il plurimandato non è in discussione purché rimanga un’opportunità di libertà e non un obbligo di legge. «Con l’attuale decreto in discussione al Senato si vogliono però costringere gli agenti alla pluriofferta – spiega Cirasola –. Ribadisco quanto già detto da anni: la cosiddetta “collaborazione A con A” potrà essere utile alla categoria, se limitata ai rami Danni non auto, a condizioni che ne vengano regolamentati impatti. Mentre è deleteria nel ramo RCauto».

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