L’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico ha comunicato che nel 2018 ci sarà un incremento dei consumi del 5% circa
energia

Ancora nessun commento

Dal prossimo 1° gennaio 2018 l’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico (AEEGSI) ha comunicato che la famiglia tipo (consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW) registrerà un incremento del +5,3% per le forniture elettriche mentre per quelle gas del +5%. È quanto prevede l’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori nei servizi di tutela.
In particolare, l’aumento dell’elettricità è legato ad una serie di fattori concomitanti (ben 9), tutti al rialzo, che hanno portato ad una decisa crescita dei prezzi all’ingrosso nell’ultimo trimestre (+20% del Prezzo Unico Nazionale solo a novembre rispetto ad ottobre): la ripresa dei consumi (+1,6% la domanda elettrica in Italia nei primi 11 mesi del 2017), da confermare nel 2018, positiva come segno della ripresa delle attività produttive, ma con l’effetto parallelo di una risalita dei prezzi all’ingrosso; l’indisponibilità prolungata di alcuni impianti nucleari francesi, con una crescita delle quotazioni dell’elettricità all’ingrosso nel mercato d’oltralpe, che influenza al rialzo anche quello italiano e ne riduce i volumi importati dalla Francia; alcune limitazioni nei transiti di elettricità nella rete italiana, soprattutto nel Sud-Italia, comportando una riduzione complessiva dell’efficienza del sistema; la minore disponibilità della generazione idroelettrica nazionale per la scarsa idraulicità del periodo (il 2017 è l’anno più «arido» degli ultimi 200 anni), sostituita dalla più onerosa produzione delle centrali a gas; l’aumento stagionale dei prezzi all’ingrosso del gas a livello europeo (e quindi anche italiano) che ha contribuito a far innalzare i prezzi elettrici.

Inoltre a questi fenomeni si affianca anche un aumento della componente legata al dispacciamento – cioè quella per mantenere adeguato ed in equilibrio il sistema elettrico – e degli oneri legati alle risorse interrompibili (per tutto il 2018) per la sicurezza del sistema elettrico, come previsto dagli indirizzi del Ministro dello Sviluppo economico, sulle base delle analisi condotte da Terna (nelle more dell’operatività del mercato della capacità di cui il Governo italiano non ha ancora ottenuto autorizzazione da Bruxelles), oltre che l’aumento dei costi per le Unità essenziali alla sicurezza, decisa dall’Autorità in base alle indicazioni di Terna.

Infine pesa anche sui consumatori domestici (ma non solo) l’aumento degli oneri generali di sistema dovuto al rafforzamento delle agevolazioni per le industrie manifatturiere energivore, deciso con decreto del Ministro dello Sviluppo economico in attuazione della recente Legge europea (Legge 20 novembre 2017, n. 167) che ha recepito il via libera della Commissione europea della scorsa primavera al Piano di adeguamento predisposto dal Governo italiano.
Impattano invece positivamente per i consumatori, contenendo in parte i valori del dispacciamento, i primi recuperi legati ai provvedimenti prescrittivi dell’Autorità degli oneri sostenuti per le condotte anomale pregresse degli operatori dell’offerta e della domanda nei mercati all’ingrosso dell’elettricità (mercato del bilanciamento).
Per il gas invece l’aumento è sostanzialmente determinato dalle attese dinamiche legate alle stagioni invernali, con consumi e quotazioni in aumento a livello europeo, che – in un mercato unico – implicano la crescita dei prezzi anche nei mercati all’ingrosso italiani.

Nel dettaglio, per l’elettricità la spesa (al lordo tasse) per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° aprile 2017 e il 31 marzo 2018) sarà di circa 535 euro, con una variazione del +7,5% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° aprile 2016 – 31 marzo 2017), corrispondente a un aumento di circa 37 euro/anno. Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.044 euro, con una variazione del +2,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente, corrispondente ad un aumento di circa 22 euro/anno.
Nel primo trimestre del 2018 l’andamento del prezzo dell’energia elettrica, come detto, è legato a numerosi fattori.

All’aumento complessivo dei costi di approvvigionamento, risultato della variazione delle quotazioni all’ingrosso degli ultimi mesi – influenzate dalle motivazioni sopra esposte – che hanno portato anche a quotazioni dell’energia elettrica nel quarto trimestre 2017 più alte rispetto a quelle attese, con una differenza di costi di acquisto che il meccanismo vigente della maggior tutela deve recuperare nel tempo. Costi di approvvigionamento influenzati pure dalla crescita dei costi di dispacciamento, determinata anch’essa da diversi elementi: l’aumento della componente per il mantenimento in equilibrio del sistema (uplift), che si assesta verso valori normali, partendo dai livelli scontati grazie alla riduzione a favore dei consumatori applicata nel quarto trimestre 2017 per effetto del recupero sui mesi precedenti; l’aumento dei costi per le unità interrompibili (i grandi impianti industriali distaccabili in caso di emergenza per ridurre i consumi) per far fronte alle possibili situazioni di criticità che potrebbero verificarsi nel 2018, a seguito degli indirizzi ministeriali ad incremento della sicurezza del sistema; l’aumento dei costi per le unità essenziali, cioè le unità di generazione ritenute indispensabili per garantire la sicurezza del sistema in determinate aree del Paese.

All’aumento complessivo dell’elettricità contribuisce anche la crescita della componente degli oneri generali di sistema su cui incidono gli effetti dell’applicazione della revisione delle agevolazioni per le imprese energivore prevista dal Governo. In particolare, in base agli indirizzi di Governo e Parlamento, considerato l’onere atteso associato alle nuove agevolazioni, l’Autorità – per il comparto domestico – ha distribuito la maggior raccolta necessaria a finanziare le agevolazioni prevalentemente sui clienti domestici con consumi annui più alti, ciò a tutela di quelli con bassi consumi. Nel dettaglio, solo il 30% del maggior onere per il domestico verrà fatto gravare sui consumi inferiori ai 1.800 kWh/anno, il restante 70% sui consumi superiori a tale soglia. Una scelta che considera anche l’effetto «ammortizzatore» del differimento dell’ultima fase della riforma della tariffa domestica, relativa agli oneri generali di sistema. Riforma che l’Autorità pochi giorni fa ha deciso di differire al gennaio 2019, decisione che segue una specifica proposta dell’Autorità accolta da Parlamento e Governo. Questo differimento funziona da «scudo» limitatore dei possibili aumenti, in particolare a tutela dei clienti domestici basso-consumanti, per tutto il 2018. A contenere l’impatto delle nuove agevolazioni per gli energivori anche la scelta dell’Autorità, effettuata sulla base di una specifica disposizione del decreto energivori, di trasferire gradualmente in bolletta la maggior raccolta che si stima possa essere necessaria per finanziare le agevolazioni 2018.
In leggero calo invece le tariffe di rete, vale a dire trasmissione, distribuzione e misura e relativi meccanismi perequativi e di finanziamento del sistema di incentivi per il miglioramento della qualità.

La variazione del gas è sostanzialmente legata alla crescita della componente ‘materia prima’, cioè all’aumento delle quotazioni del gas attese nei mercati all’ingrosso nel prossimo trimestre, anche per effetto della maggiore domanda dei mesi invernali. Incrementi all’ingrosso influenzati anche dalla riduzione del 50% della capacità di utilizzo del gasdotto TENP (il gasdotto che collega i giacimenti olandesi all’Italia) per manutenzione. Leggero incremento anche per la componente relativa al trasporto. Aumenti in parte controbilanciati dalla riduzione, con il suo azzeramento, della componente per la gradualità nell’applicazione della riforma delle condizioni economiche del servizio di tutela. Riforma che mantiene legato l’aggiornamento dei prezzi di tutela ai prezzi all’ingrosso del maggior mercato gas europeo (il TTF olandese), ancora più stabile rispetto al mercato italiano, pur in sviluppo, tutelando i consumatori da eccessive oscillazioni.

Energia elettrica

Nel dettaglio, l’aumento per l’energia elettrica per la famiglia tipo è determinato dalla crescita dei costi di approvvigionamento, che contribuisce per circa +3,8% alla variazione complessiva della spesa per il cliente tipo. Incremento che al suo interno comprende la variazione del +1,3% dei costi di acquisto, del +1,2% circa dei costi di dispacciamento e del +1,3% circa della componente di perequazione per il recupero tra costi di approvvigionamento attesi e quelli reali registrati nei trimestri precedenti.
Il rialzo degli oneri generali di sistema contribusice al +1,9% sulla spesa del cliente tipo, determinato per intero dalla variazione della componente degli oneri generali per la copertura degli incentivi alle imprese a forte consumo di energia, mentre sono stabili tutte le altre componenti. Leggero aggiustamento per la componente di commercializzazione e vendita, +0,1% sulla spesa del cliente tipo.
Rialzi controbilanciati in parte dal calo delle tariffe di trasmissione, distribuzione e misura, -0,5% sulla spesa del cliente tipo. Si arriva così al +5,3% finale per la spesa complessiva del cliente tipo.

Gas naturale

Nel dettaglio, l’aumento per il gas è determinato principalmente dall’incremento della componente Cmem relativa ai costi di approvvigionamento, +5% sulla spesa per il cliente tipo, riflettendo il rialzo atteso delle quotazioni all’ingrosso nei mercati a termine in Italia e in Europa. Leggera crescita della componente relativa al servizio di trasporto Qt (+0,6% sulla spesa del cliente tipo), dovuta sostanzialmente ad una variazione della componente a copertura dei costi di trasporto del gas dal PSV al punto di riconsegna. Leggero adeguamento (+0,2%) anche per la componente relativa al servizio di distribuzione e misura e per quella a copertura delle attività connesse all’approvvigionamento all’ingrosso, CCR (+0,1%). In calo la componente per la gradualità nell’applicazione della riforma delle condizioni economiche del servizio di tutela (GRAD), con il suo azzeramento, che contribuisce ad un -0,9% sulla spesa del cliente tipo. Si arriva così al complessivo +5% per la spesa del cliente tipo.

Energia elettrica

Nel dettaglio, dal 1° gennaio 2018, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 20,626 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse, così suddiviso (deliberazione del 30 aprile 2015, 200/2015/R/COM – Bolletta 2.0):
Spesa per la materia energia
– 8,35 centesimi di euro (40,48% del totale della bolletta) per i costi di approvvigionamento dell’energia;
– 1,67 centesimi di euro (8,12%) per la commercializzazione al dettaglio.
Spesa per il trasporto e la gestione del contatore
– 3,87 centesimi di euro (18,75%) per i servizi di distribuzione, misura, trasporto, perequazione della trasmissione e distribuzione, qualità.
Spesa per oneri di sistema:
– 4,05 centesimi di euro (19,65%) per gli oneri generali di sistema, fissati per legge.
Imposte:
– 2,68 centesimi di euro (13,00%) per le imposte che comprendono l’IVA e le accise.

 

Nel I trimestre del 2018, gli oneri di sistema risultano così ripartiti
In attuazione di quanto previsto dal decreto-legge 210/15 e in considerazione della decisione della Commissione europea di compatibilità delle misure a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica con le norme europee in materia di aiuti di Stato (decisione C (2017) 3406), con la deliberazione 481/2017 l’Autorità ha aggiornato la struttura generale dei raggruppamenti e delle componenti degli oneri generali del sistema elettrico. Dal 1° gennaio 2018 ha così previsto che le aliquote degli oneri generali relative alle componenti A2, A3, A4, A5, As, MCT, UC4 e UC7 e delle ulteriori componenti da applicare a tutte le tipologie di contratto saranno distinte nei seguenti raggruppamenti: «Oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili ed alla cogenerazione» (ASOS), che include tutti gli oneri fino al 31 dicembre 2017 coperti dalla componente tariffaria A3, con l’esclusione delle voci di costo riferite alla produzione ascrivibile a rifiuti non biodegradabili; «Rimanenti oneri generali» (ARIM).
La componente ASOS, che complessivamente pesa per l’84,8% degli oneri generali, risulta ripartita tra i seguenti due elementi:
– 70,33% per gli incentivi alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92 (quota della vecchia componente A3);
– 14,51% per le agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia elettrica (vecchia componente «Ae»).

La componente ARIM, che complessivamente pesa per il 15,2% degli oneri generali, risulta ripartita tra i seguenti elementi:
– 8,22% per la promozione dell’efficienza energetica (componente UC7);
 3,04% oneri per la messa in sicurezza del nucleare e per compensazioni territoriali (componente A2 e MCT), comprensivi dei 135 milioni di euro/anno destinati al Bilancio dello Stato;
– 0,96% per il sostegno alla ricerca di sistema (componente A5);
– 0,96% per le compensazioni alle imprese elettriche minori (componente UC4);
– 0,86% per i regimi tariffari speciali per la società Rete ferroviaria Italiana, per il servizio universale e merci (componente A4);
– 0,86% per il bonus elettrico (componente As);
– 0,25% per gli incentivi alla produzione di energia da rifiuti non biodegradabili (quota della vecchia componente A3).

Gas naturale

Nel dettaglio, dal 1° gennaio 2018, il prezzo di riferimento del gas per il cliente tipo sarà di 76,69 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse, così suddiviso:

Spesa per la materia gas naturale
– 26,25 centesimi di euro (pari al 34,23% del totale della bolletta) per l’approvvigionamento del gas naturale e per le attività connesse;
– 0,00 centesimi di euro (0,00%) per la gradualità nell’applicazione della riforma delle condizioni economiche del servizio di tutela del gas naturale;

– 5,08 centesimi di euro (6,62%) per la vendita al dettaglio.
Spesa per il trasporto e la gestione del contatore
– 13,93 centesimi di euro (18,17%) per i servizi di distribuzione, misura, trasporto, perequazione della distribuzione, qualità.
Spesa per oneri di sistema
– 2,47 centesimi di euro (3,22%) per gli oneri generali di sistema, fissati per legge.
Imposte
28,96 centesimi di euro (37,76%) per le imposte che comprendono le accise (19,94%), l’addizionale regionale (2,65%) e l’IVA (15,17%).

Tutte le delibere sono disponibili sul sito www.autorita.energia.it

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

ALTRI ARTICOLI