Lewis Ranieri: Chi è ? Ha condizionato il mercato del credito mondiale!
Lewis Ranieri

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Lewis Ranieri è un banchiere statunitense che nei primi anni ottanta inventa le “mortgage backed securities”, ovvero le obbligazioni garantite da ipoteche.

Lewis Ranieri si potrebbe definire il padre della cartolarizzazioni.

Lewis Ranieri

Lewis Ranieri cambiò completamente il mercato dei prestiti ipotecari in quanto trasformò il prestito che un privato A otteneva da una banca statunitense B in un titolo che poteva essere rivenduto ad altre banche C,D ecc. britanniche, svizzere e così via.

Il privato A solo formalmente ripagava il mutuo alla banca B, perché di fatto alla banca B, il prestito erogato ritornava immediatamente dalla vendita dei titoli ipotecari da parte delle banche di tutto il mondo, assicurazioni, fondi d’investimento e clienti di questi fondi che avevano scommesso sul fatto che il maggior numero di persone A sarebbero state in grado di ripagare i debiti contratti.

Il sistema reggeva perfettamente perché il privato A comprava una casa, la banca B rivendeva i titoli ottenendo immediatamente liquidità e poteva fare nuovi prestiti.

Ma, c’è un ma. Queste scommesse partivano dal presupposto che il valore degli immobili sarebbe salito costantemente e che i debitori sarebbero stati solvibili.

Il problema dunque si pose quando il valore dei titoli emessi superò il valore dei veri e propri mutui ipotecari.

Con la conseguenza che occorreva emettere più titoli ipotecari, e come fare?

Con la bella trovata dei mutui “subprime”, ve li ricordate?

Sono mutui concessi a persone conclamatamente insolvibili. Insomma persone cui la banca non richiedeva né garanzie di proprietà né di reddito.

Da questi mutui subprime vennero creati dei titoli ipotecari nuovi immessi sul mercato dalle banche, “impacchettati” insieme a crediti di prima scelta rivenduti poi a clienti solvibili.

Tutto ciò sempre nel presupposto dell’esistenza di case che avessero un alto valore sul mercato.

Il problema invece è cominciato quando il valore delle case è crollato e questi titoli sono divenuti carta straccia.

Per nascondere i palesi rischi connessi a quelle ipoteche, le banche d’investimento, protette dietro facciate dai melodiosi nomi anglofoni e dalle “sfizioserie” grafiche con stemmi evocativi di sicurezza e potere, inventavano indisturbate veri e propri imbrogli ovvero i derivati.

Ok, non demonizziamo questi strumenti finanziari che sul nascere avevano anche la loro ragione di esistere, ma spieghiamoli.

Furono inventati agli inizi dell’Ottocento. Si trattava di una sorta di titoli assicurativi.

Facciamo un esempio: il contadino che a gennaio non sapeva come sarebbe andato il raccolto a giugno, aveva interesse a prefissare un prezzo di vendita del suo grano.

Il mercante, che  a sua volta non sapeva quale sarebbe stato il prezzo, perché potevano intervenire delle carestie,intemperie, parassiti, aveva interesse a stabilire che a luglio avrebbe comprato a un determinato prezzo una certa quantità di grano.

Allora, a Gennaio, i due firmavano un contratto che assicurava al contadino e al mercante un determinato prezzo di vendita del grano in luglio.

In sostanza non si sapeva chi ci avrebbe perso o chi ci avrebbe guadagnato ma si fissava un prezzo di massima in base al “sottostante” di riferimento che era la merce, in questo caso il grano, che sarebbe stata comprata comunque ad un determinato prezzo prefissato.

Ma torniamo alla crisi. Dopo gli anni Novanta, la produzione di derivati è impazzita.

I sottostanti sono diventati migliaia. Si può scommettere sull’andamento degli indici di borsa, di eventi sportivi,  sul prezzo di alimenti di base, su fenomeni meteorologici.

Il problema principale è che non esiste alcun obbligo di possedere o di acquistare la merce, il sottostante appunto, su cui si basa il valore del derivato.

I derivati sono quindi diventati delle pure scommesse, e sono serviti per rendere appetibili titoli dietro i quali si celavano scommesse già a perdere.

In sostanza ciò che è accaduto è che il derivato può riferirsi, per dire, al prezzo futuro di  migliaia di barili di petrolio, ma le due controparti non si impegnano a comperare o a vendere il “sottostante” il petrolio, quanto ad accollarsi la differenza positiva o negativa del prezzo che maturerà ad esempio in un anno.

Quindi nel 2007 quando il prezzo delle case ha cominciato a scendere e le migliaia di persone cui erano stati concessi mutui “subprime” si sono chiaramente rivelate insolvibili, quei titoli ipotecari immessi col presupposto che il valore delle case continuasse a salire, sono diventati vera e propria carta straccia.

Il resto della storia lo sappiamo già (forse quello che non tutti sanno è che si scommetteva persino sul default della Grecia).

Ma nel frattempo in questi quindici anni i soldi sono finiti nelle tasche di coloro che gestivano le banche di investimento e che con questi strumenti finanziari si sono arricchiti, persone come Henry Paulson, presidente della Goldman Sachs,  che oltre ad aver guadagnato 38 milioni di dollari, è diventato ministro del tesoro degli Usa.

I motivi della crisi sono di certo ben più complessi di questa infarinatura per “tardivi dell’informazione economica” ma una cosa è certa ed è l’avidità di coloro che si sono prestati a questo meccanismo.

 

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