L’inefficienza della amministrazione finanziaria non può ricadere sui contribuenti italiani con costi insostenibili

prestazione occasionaleLa fattura elettronica deve essere una opportunità per il contribuente, non un onere o un mero obbligo burocratico”. La denuncia arriva da Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani nell’ambito dell’incontro tenutosi stamane a Napoli sulla riforma del fisco italiano. Nel 2019 il “fisco lunare”, con la fatturazione elettronica, costerà 36,7 miliardi all’anno ai contribuenti italiani titolari di partita iva, +7,4 MLD rispetto al 2018, quando gli adempimenti viaggiavano intorno ai 29,3 MLD. Questa è la stima del costo complessivo annuo che sosterranno, nel 2019, gli artigiani, i liberi professionisti e le PMI a causa della burocrazia fiscale in Italia. Una “tassa occulta” di circa 6.000 euro l’anno. Mediamente quattro volte di quanto pagano i francesi, tedeschi, inglesi e spagnoli.
L’indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’ Associazione Contribuenti Italiani, ha preso in considerazione tutti i costi per la compilazione della fatturazione elettronica, della dichiarazione dei redditi, IVA e sostituti d’imposta, degli studi di settore, del calcolo del redditometro, dello spesometro, del disbrigo delle pratiche fiscali, del costo per l’acquisto dei software fiscali, della tenuta della contabilita’, della trasmissione telematica, della gestione dei crediti fiscali e degli avvisi bonari, delle istanze in autotutela, della rateizzazione, rottamazione e della “pace fiscale”, del contenzioso tributario, degli adempimenti per la privacy e per l’antiriciclaggio e della formazione del personale per gli adempimenti in materia contabile e fiscale.
La burocrazia fiscale costa cara ai contribuenti italiani specialmente se messa a confronto con quella europea. L’indagine di KRLS evidenzia che ogni contribuente italiano per esercitare una attivita’ economica paghera’ una “tassa occulta”, nel 2019, di 5.919 euro all’anno, contro i 1.375 euro dei francesi, i 1.313 euro dei britannici, i 1.194 euro dei tedeschi, i 1.185 euro degli spagnoli, i 1.120 euro degli olandesi ed i 930 euro degli islandesi.
La “tassa occulta” della burocrazia fiscale incide sulle aziende in maniera inversamente proporzionale alla grandezza della stessa Per le micro imprese, quelle con meno di 5 dipendenti, costa mediamente l’15,2% del fatturato, per le piccole imprese, con meno di 50 addetti, il 11,9%, mentre le medie, con meno di 250 addetti, il 9,7%.
Con l’introduzione della fatturazione elettronica, come prevista dal 1 gennaio 2019, in media, si perderanno 18 giornate lavorative, per ciascun addetto, nelle micro aziende, per scendere a 15 giornate, per ciascun addetto, per le piccole aziende, ed a 12 giorni, per ciascun addetto, per le medie imprese.
”Bisogna semplificare la fatturazione elettronica ed il fisco lunare che non ha paragoni in Europa – conclude Carlomagno – L’inefficienza della amministrazione finanziaria non può ricadere sui contribuenti italiani con costi insostenibili. Bisogna smetterla di trattarli come sudditi. Serve un rapporto piu’ equo tra fisco e contribuente incentrato sulla tax compliance, come avviene da tempo nei principali paesi europei”.

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