ll progressivo peggioramento del quadro internazionale raggiunge le imprese della Lombardia
Le imprese della Lombardia registrano un calo di produzione.
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Le imprese della Lombardia registrano un calo di produzione.

Resiste l’artigianato (+0,2% congiunturale) dove preoccupa però il calo degli ordini.
    Sono i dati dell’analisi congiunturale dell’industria manifatturiera in Lombardia nel terzo trimestre.

Con inflazione e caro-tassi che provocano una contrazione dei consumi, gli ordini interni soffrono maggiormente con un calo deciso per l’industria (-1,4% congiunturale) e più contenuto per l’artigianato (-0,3%). Anche gli ordini esteri flettono rispetto al trimestre precedente: -0,3% l’industria e -0,1% l’artigianato. Si attenua il caro prezzi delle materie prime per l’industria con un +0,8% sul trimestre precedente, ma cresce molto per l’artigianato (+4,5%). Il portafoglio ordini scende a 81 giornate di produzione assicurata (10 in meno del trimestre precedente), segno che la produzione è stata sostenuta anche dallo smaltimento di ordini pregressi. A causa dei fattori esterni le aspettative e il clima di fiducia sono incerte e prevalgono le attese di stagnazione per tutti gli indicatori.
    “Il crollo degli ordini interni, la lenta inversione di tendenza dei prezzi e il calo degli investimenti generato dall’aumento del costo del denaro sono le principali cause del rallentamento della produzione industriale in Lombardia” dice Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia.
    “Alcuni settori in particolare mostrano segnali di maggiore sofferenza, come il chimico e il tessile ma alcuni segnali fanno sperare in una rapida ripartenza: il saldo occupazionale positivo e la cig in calo sono sintomo di fiducia delle imprese che, nonostante la congiuntura negativa, continuano a produrre a pieno organico”, conclude. “I fattori esterni condizionano la performance delle imprese lombarde ma la speranza è quella di poter ripartire nella giusta direzione”, aggiunge Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia. “Il flusso di nuovi ordinativi è il vero punto debole per il 2023. In particolare sulla Lombardia grava la fase critica che sta attraversando l’economia tedesca”, conclude Auricchio.

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