Modello Goldman Sachs per Mediobanca di Nagel

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Parte domani in cda la discussione sul nuovo piano strategico di Mediobanca, con la prospettiva di un modello simile a quello di Goldman Sachs.  Sarà l’amministratore delegato Alberto Nagel a illustrare le linee guida del modello della nuova Mediobanca, nel segno della continuità. E la nuova mission che il capo azienda sta disegnando avvicinerà Mediobanca al modello Goldman Sachs, specializzata in advisory ed equity mirato, più che allo schema Rothschild di sola consulenza. Insomma, nell’intenzione di Nagel e del presidente Pagliaro il contributo dei soci dovrà arricchire un progetto destinato a una terza vita per l’istituto che fu di Enrico Cuccia.
Nel piano presentato da Nagel, non ci saranno proiezioni numeriche ma si rinvierà al piano delle Generali atteso per metà gennaio, per tarare la rotta. E poi ci sono le variabili legate all’euro con l’impatto sul sistema bancario, quindi le regole di Basilea 3 ancora provvisorie riguardo la diminuzione dell’esposizione in equity (Generali) e la concentrazione dei conglomerati finanziari con i riflessi su Trieste, dove la partecipazione del 13% dovrebbe comunque calare sotto il 10% entro il 2018.
Per le altre partecipazioni strategiche di Mediobanca in Rcs e Telecom, entrambe governate da patti di sindacato, c’è la volontà di graduali disimpegni appena possibile.
La filosofia che ispirerà le scelte sul futuro di Piazzetta Cuccia – ruota intorno a un paradigma: più estero meno Italia, più banca d’affari meno holding.
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