Nessuna idea di commissariare il Monte dei Paschi. Al ministero dell’Economia un esito di questo tipo (che in ogni caso dovrebbe seguire le procedure di legge a partire dalla proposta della Banca d’Italia) viene giudicato pericoloso oltre che non necessario.
Al di là dello scontro politico-elettorale, lo scenario a cui si guarda con attenzione è quello emerso venerdì, con l’approvazione da parte dell’assemblea Mps dell’aumento di capitale che dovrebbe portare alla sottoscrizione dei Monti bond e con il forte recupero del titolo in Borsa. Segnale quest’ultimo che indica come sul mercato sia ritenuta credibile la posizione espressa dagli attuali vertici della Banca: la situazione è sotto controllo, le perdite derivanti dalla precedente gestione sono già state messe in conto. Insomma, non si attendono nuove sorprese.
I RISCHI DELLA PROCEDURA
Se lo stato dei fatti è quello descritto da Profumo e Viola, e a Via Venti Settembre ne sono convinti, allora non c’è bisogno di poteri speciali per governare il gruppo bancario; al contrario, la procedura interromperebbe alcune delle azioni già intraprese, creando dei fortissimi vincoli alla gestione.
Ma un intervento straordinario avrebbe anche un effetto psicologico, ancora più preoccupante: in un momento in cui già il tono delle polemiche ha alimentato le preoccupazioni dei clienti della banca, la scelta del commissariamento rischierebbe di scatenare il panico, la famosa corsa agli sportelli che per fortuna in Italia non si è verificata nemmeno nelle fasi più acute della crisi finanziaria internazionale. Dunque si andrà avanti lungo il percorso già stabilito, che prevede l’erogazione del prestito da 3,9 miliardi dopo il previsto parere della Banca d’Italia.
L’INTERVENTO IN PARLAMENTO
Martedì il ministro Grilli ripercorrerà davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato tutte le tappe della vicenda, in parte già accennate nel comunicato di giovedì. Ricorderà quindi come la scelta di potenziare il capitale delle banche nasca da una decisione del Consiglio europeo dell’ottobre 2011, che si è poi tradotta nel paletto posto dall’Eba (Autorità bancaria europea) per le principali banche europee: un Core Tier 1 pari ad almeno il 9 per cento in rapporto alle attività ponderate per il rischio. Ai Monti Bond si è arrivati dopo che Mps ha fatto sapere di non essere in grado di arrivare da sola a questo livello: c’è stata poi la legge che ha istituito i nuovi strumenti finanziari, l’autorizzazione dell’Unione europea e il decreto del Tesoro che ha definito criteri e modalità.
Grilli poi probabilmente farà anche qualche valutazione sul ruolo delle Fondazioni: la vigilanza su questi enti, a differenza di quella sulle banche, è affidata dalla legge al ministero dell’Economia.