Mutui in Italia: il conto è molto più salato della media europea

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I dati – La Banca centrale europea diffonde i dati, aggiornati a fine novembre, circa i tassi dei mutui europei e, per alcuni Paesi, c’è poco da festeggiare.
E’ neccesario, però, fare un passo indietro.

Mutui in Europa – I tassi sui mutui europei, infatti, sono ai minimi storici: la crisi finanziaria, se non altro, ha aiutato la discesa edll’Euribor e dell’Irs trascinando verso il basso il costo dei mutui.

Felici dunque i tedeschi che si ritrovano a pagare un tasso del 2.92%, così come gli austriaci (2.97%) e persino gli spagnoli (3.06%). Di un altro pianeta, poi, sono i tassi di interessa pagati dai finlandesi all’1.99%. Il movimento generale, insomma, mostra una decisa discesa del livello dei tassi. Il dato più scomodo, però, è quello che rivela come l’Europa presenti pesanti anomalie nell’ambito dell’uniformità di questi tassi.

Italia – Il cittadino italiano, ad esempio, è costretto a subire uno scenario ben diverso dai “cugini” tedeschi e spagnoli. La media italiana, infatti, è addirittura prossima al 4.05%. Peggio di noi il Portogallo che paga, in media, il 4.40%. Come detto sopra l’andamento è discendente per tutti i Paesi, Italia compresa. Lo scorso febbraio, lo ricordiamo, pagavamo una media del 4.61% poi discesa gradualmente verso gli attuali valori. Di strada ne è stata fatta ma ne resta ancora molta da fare prima di raggiungere la media europea al 3.35%.

L’anomalia francese – Il quadro, fuori dai confini italiani, mostra comunque altre discrepanze: ne è un esempio il caso francese i cui tassi medi superano quelli italiani ma per una palese ragione di fondo. Il fattore discriminante, per i transalpini, è la forte propensione al tasso fisso: una “abitudine” che penalizza molto nel contesto attuale con il tasso variabile decisamente più conveniente di quello fisso.

Le simulazioni – In Italia, invece, il paradosso persiste: circa l’80% dei mutui stipulati nel secondo semestre 2012 sono a tasso variabile (o quantomeno misto). Un report del Sole24Ore ha simulato la stipula di un mutuo ventennale da 130mila euro. A conti fatti, ipotizzando che i tassi attuali rimangano stabili, il totale presentato a fine anno si aggira sui 9500 euro.

Confronti europei – Il dato preso da solo non rende l’idea ed ecco quindi i dovuti paragoni. Lo stesso finanziamento, con le medesime caratteristiche, costa ad una famiglia di berlino il 10.5% in meno: parliamo di 900 euro di “spread”. A livello europeo, invece, il confronto è di poco meno impietoso: l’ipotetica famiglia italiana sarà costretta a pagare “solo” il 6.3% in più, circa 567 euro. Tralasciamo il caso Helsinki che porta questo pesante fardello italiano di costi alla soglia del 20.4% in più.

L’andamento è figlio della crisi di fiducia nel sistema Italia: paghiamo ancora i postumi dell’estate 2011. Le banche restano in attesa di segnali importanti dai mercati. La Bce, con i suoi fondi illimitati diretti alle banche (3 anni allo 0.75%), ha puntato proprio allo sblocco di questa pesante situazione. Anche la stessa revisione degli accordi circa Basilea 3 è diretta alla ripresa dell’erogazione del credito in tutte le sue forme. Sebbene si cominci a parlare di ripresa per il 2013, le famiglie italiane continuano comunque a pagare questo “ingiustificabile” spread.

Si dice che la speranza sia l’ultima a morire ma noi, nell’attesa, continuiamo a pagare più interessi degli altri.

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