Nel trimestre l’utile di Ubi Banca è calato a 48,7 milioni, a fronte dei 102 milioni previsti dal consensus degli analisti raccolto dalla stessa Ubi.
Il primo semestre del 2019 va in archivio con un utile netto di 130,9 milioni (-37,3%) su cui pesano gli impatti della cessione di 900 milioni di Npl dello scorso luglio (-75 milioni) e gli oneri legati all’accordo sindacale del marzo 2019 (-42,6 milioni).
Sul fronte patrimoniale, il Cet1 non ha invece risentito della vendita dei crediti deteriorati, compensata dalla riduzione degli Rwa, ed è salito così al 12% dall’11,47% di marzo.
Tornando ai numeri del secondo trimestre, i proventi operativi si sono attestati a 908,4 milioni, contro attese per 905 milioni, il margine d’interesse segna un calo del -1,1% a 440,6 milioni (atteso 442 milioni) e le commissioni nette crescono del 2,8% a 412 milioni, il miglior risultato trimestrale di sempre.
Quanto ai crediti deteriorati, Ubi vede l’incidenza degli Npl lordi sul totale dei crediti scendere sotto il 10%, attestandosi al 9,97% e al 9,23% pro forma considerando anche la vendita di luglio.
In Borsa a metà pomeriggio azioni Ubi Banca in calo di oltre l’1% a 2,331 euro, in una giornata di forti realizzi a Piazza Affari sui timori legati alle guerre commerciali.