Nell’inchiesta di Siena al via gli interrogatori

Sono pronti. Gli avvisi a comparire saranno notificati nelle prossime ore. Dovrebbero essere una decina, e gli indagati saranno convocati in Procura a partire dalla prossima settimana. L’inchiesta della Procura di Siena è ormai a una svolta. C’è anche una gola profonda dell’area Finanza del Monte dei Paschi di Siena, uno che ha lavorato a stretto contatto con Gianluca Baldassarri, che sta aiutando gli investigatori a ricostruire gli affari, le operazioni a rischio della sporca dozzina, di quel gruppo di funzionari e dirigenti, a partire dall’ex presidente Giuseppe Mussari e dal direttore generale Antonio Vigni, per i quali la Procura di Siena ipotizza l’associazione a delinquere.

 

«Santorini», «Alexandria». E poi tutte le operazioni che hanno indebolito la tenuta di Mps, a partire da Fresh, obbligazioni convertibili in azioni, per un valore di un miliardo di euro. Sotto la lente degli 007 del Nucleo valutario della Finanza del generale Giuseppe Bottino, un ventaglio di operazioni «sospette». E naturalmente si indaga sulla operazione che ha portato il Monte dei Paschi in una situazione critica, l’acquisto di Antonveneta dalla banca spagnola Santander. Un affare che ha rimpinguato le casse del gruppo bancario fondato da Emilio Botin con tre miliardi di euro di profitti. L’altro giorno era stato sentito dai pm senesi proprio il banchiere Ettore Gotti Tedeschi, rappresentante in Italia del gruppo Santander, che avrebbe ribadito che l’operazione della cessione di Antonveneta a Mps fu effettivamente portata a termine direttamente dalla Spagna, senza passare per il suo rappresentante in Italia, Gotti Tedeschi.

 

Ieri c’è stata una pausa dell’attività istruttoria che riprenderà. Gli uomini del Nucleo Valutario della Guardia di finanza sono rientrati nella capitale e, ieri mattina, i pm dell’inchiesta su Mps sono stati impegnati in udienze di altri processi. Anche l’interrogatorio di Antonio Rizzo, ex della banca d’affari “Dresdner”, è stato rinviato a lunedì, per motivi familiari del testimone, che ai finanzieri di Milano rivelò l’esistenza della <banda del 5%> rappresentata da Gianluca Baldassarri, allora responsabile Area Finanza di Mps, e da Matteo Pontone, responsabile Mps della filiale di Londra.

 

L’attenzione degli investigatori si sta concentrando, in questa fase delle indagini, soprattutto nella ricostruzione del ruolo e di eventuali responsabilità dei singoli componenti dei Cda di Mps e di Antonveneta dal momento della acquisizione. In particolare, si vuole verificare l’attività dell’allora membro del Cda di Mps, Andrea Pisaneschi, area Forza Italia, amico di Denis Verdini, che il 23 giugno del 2008 è diventato presidente di Antonveneta.

 

Il ruolo di Pisaneschi è emerso anche nella inchiesta del Ros di Firenze sui Grandi Appalti. In una intercettazione telefonica ne parla Riccardo Fusi, titolare della impresa di costruzione Btp (Baldassini Tognozzi Pontello) , con il suo socio. E’ il 17 giugno del 2008 e Fusi dice: «Lui (Pisaneschi, ndr) è l’unica persona che ci s’ha veramente dentro la banca. Se lui si sente messo da parte diventa pericoloso….». In gioco è un finanziamento di 150 milioni di euro alla Btp, poi concesso il 14 ottobre del 2008, con una parte di 60 milioni di euro di Monte dei Paschi di Siena. Andrea Pisaneschi, nella sua qualità di avvocato – e il suo studio legale di Siena è stato anche perquisito – è poi finito indagato nella inchiesta della Procura di Firenze sulla banca di Denis Verdini, l’ex triumviro del Pdl, il Credito cooperativo fiorentino, L’ipotesi di reato che è stato contestato al legale è quello di «emissioni di fatture per operazioni inesistenti».

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