Oggi in Borsa fari puntati su Moncler, Luxottica, Poste e Mps
borsa italiana

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La prima audizione al Congresso del presidente della Fed Jerome Powell è fra i destinati a muovere oggi i mercati. L’intervento del successore di Janet Yellen sarà diffuso alle ore 14,30, mentre la testimonianza avrà inizio alle ore 16. In evidenza anche le aste di Btp e l’inflazione tedesca.

“Powell dovrebbe ribadire quanto affermato durante le audizioni per la conferma della sua nomina, cioè la volontà di proseguire la gestione della politica monetaria in linea con la linea di Yellen – commentano gli analisti di Intesa Sanpaolo -. Pertanto, dovrebbero essere confermate le aspettative di rialzo graduale dei tassi. Il Presidente della Fed potrebbe esprimere la sua visione riguardo ai rischi per la crescita e l’inflazione in questa fase di pieno impiego ed entrata in vigore di nuovo stimolo fiscale: finora la posizione di Powell era stata in linea con Yellen, con qualche sfumatura anche più dovish. E’ possibile che la Fed apra un dibattito sulla definizione dell’obiettivo di inflazione, che potrebbe portare a modifiche non prima del 2019- 20. Nel 2017, diversi partecipanti al FOMC avevano segnalato l’opportunità di rivedere l’obiettivo sui prezzi e, con la nuova presidenza, potrebbe essere istituito un gruppo di lavoro sull’argomento”.

L’agenda macro prevede inoltre diversi dati fra cui la fiducia Istat delle imprese italiane di febbraio (ore 10) dovrebbe segnare quota 109 punti e la fiducia delle famiglie 114,9 punti; l’inflazione Cpi tedesca di febbraio (ore 14) è attesa dal consensus degli analisti a +1,5% annuo da +1,3%; negli Usa gli ordini di beni durevoli di gennaio (ore 14,30) dovrebbero segnare -2,4% mensile; la bilancia commerciale di gennaio (ore 14,30) è prevista in deficit di 72,3 miliardi; la fiducia dei consumatori di febbraio (ore 16) è attesa a 126,2 punti.

Proseguono le aste del Tesoro che offre oggi Btp a 5 e 10 anni e CcTeu per un ammontare massimo complessivo di 7,75 miliardi.

A Tokyo intanto il Nikkei ha chiuso in rialzo dell’1,07% a 22.389 punti.

Sul mercato dei cambi l’euro/dollaro segna 1,2327 (+0,09%).

Il petrolio vede il Brent a 67,45 dollari al barile (-0,07%) e il Wti a 63,87 dollari (-0,06%).

Wall Street ha chiuso ieri sera nuovamente brillante, con il Dow Jones in rialzo dell’1,58% a 25.709 punti, S&P 500 +1,18% a 2.779 punti, Nasdaq +1,15% a quota 7.421 punti.

Sulla Borsa milanese trimestrali protagoniste nel settore del lusso, con i conti di Monclerche hanno evidenziato una crescita a doppia cifra nel 2017, mentre il dividendo sale a 0,28 euro per azione dagli 0,18 euro distribuiti un anno fa. I ricavi sono saliti a 1,193 miliardi (+17% a cambi costanti e +15% a cambi correnti), Ebitda adjusted a 411,6 milioni, l’Ebit segna 340,9 milioni con un’incidenza sui ricavi del 28,6%; l’utile netto è cresciuto del 27% a 249,7 milioni. Tutte le cifre sono migliori delle stime di consensus (Bloomberg), per il 2018 il gruppo prevede uno “scenario di ulteriore crescita”.

Risultati migliori delle attese anche per Luxottica, che ha beneficiato fra l’altro degli incentivi fiscali del Patent Box in Italia e della recente riforma fiscale Usa di Donald Trump. Il gruppo dell’occhialeria archivia il 2017 con un utile record di 1.038 milioni di euro, in aumento del 22,4% (a cambi correnti) rispetto all’anno precedente. L’utile netto adjusted sale a 970 milioni (+12,2% a cambi costanti e +10,0% a cambi correnti), con un margine tornato sopra il 10% dopo quindici anni. I ricavi consolidati si attestano a 9,157 miliardi (+0,8% rispetto all’anno precedente). L’utile operativo è di 1.301 milioni (-3,3%). Record la generazione di cassa, pari a 1.028 milioni di euro. Il cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo ordinario di 1,01 euro per azione, in crescita del 10%. Per l’anno in corso, Luxottica prevede ancora una crescita moderata dei ricavi (+2-4% a cambi costanti) con un Ebit adjusted allineato (0,8/1 volte la crescita del fatturato) e con un utile netto adjusted tra 1 e due volte l’incremento dei ricavi. Quanto all’integrazione con Essilor, annunciata un anno fa e in attesa del semaforo verde dell’antitrust, Luxottica prevede che l’operazione sia finalizzata nel corso del primo semestre.

Possibili spunti su Mediaset, ma in un costante clima di attesa nel giorno dell’udienza in Tribunale a Milano nella lite con Vivendi sul mancato acquisto di Premium nel 2016. Il gruppo del Biscione intanto ha informato ieri sera in una nota che è fallito il tentativo di mediazione di fronte alla camera arbitrale. Salvo colpi di scena, la ripresa di un negoziato potrebbe avvenire solo dopo le elezioni politiche del 4 marzo.

Sono state diffuse stamani le linee guida del nuovo piano industriale di Poste Italianeche prevede al 2022 ricavi consolidati a 11,2 miliardi, utile netto a 1,2 miliardi e risultato operativo a 1,8 miliardi. In particolare è previsto un aumento dei ricavi del gruppo con una crescita media annua (Cagr) dell’1 per cento. L’aumento del risultato operativo è atteso con un Cagr del 10%; l’incremento dell’utile netto è atteso con un Cagr del 13%, con un solido Return on equity (ROE) del 13% (+3,4 p.p.). La politica dei dividendi è basata sul livello 2017 di 0,42 euro per azione, con un aumento del 5% l’anno fino al 2020 ed un payout minimo del 60% dal 2021 in poi.

Fra le banche, da segnalare la notizia riportata da Bloomberg secondo cui Mps potrebbe concludere entro l’anno una fusione con istituto di pari dimensioni. L’agenzia di stampa americana intervista Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del minstero dell’Economia e delle Finanze, secondo cui è necessario un consolidamento nel settore e la stessa Mps, controllata dallo Stato al 70%, potrebbe avere un ruolo in questo processo, che potrebbe partire quest’anno.

Intanto Ubi Banca ha comunicato la conclusione del processo di riconfigurazione del gruppo che ha visto in quindici mesi l’integrazione di dieci banche, incluse le tre good bank acquisite, e i relativi processi di migrazione nel sistema informativo del gruppo. Ieri è infatti avvenuta la migrazione di Banca Teatina, l’ex CariChieti, il cui atto di fusione per incorporazione nel gruppo è stato stipulato e iscritto nei registri delle imprese.

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